Roma, 04 mar. - Intervista radiofonica ad Antonio Talia (corrispondente di AGI da Pechino) e Alessandra Spalletta (coordinamento AgiChina24) sulle Proteste dei Gelsomini a Pechino e a Shanghai.
Ascolta la trasmissione di Radio Radicale in collaborazione con AgiChina24 qui.
Il governo cinese difende la polizia e rimanda al mittente le accuse dopo i maltrattamenti e i pestaggi di domenica scorsa ai danni di giornalisti stranieri a Wangfujing, la via dello shopping di Pechino indicata via web come punto di raduno delle misteriose "proteste dei gelsomini" (questo articolo).
Tutto era iniziato tra giovedi' 17 e venerdi' 18 febbraio, quando una serie di appelli anonimi lanciati via web attraverso il sito americano in lingua cinese boxun.com aveva invitato la popolazione a scendere in piazza la domenica successiva in 13 diverse citta' per protestare contro la corruzione e il sistema a partito unico, adottando come simbolo il fiore delle rivolte tunisine. Pechino ha reagito immediatamente, sottoponendo a restrizioni della liberta' personale circa un centinaio di attivisti e avvocati dei diritti civili, ma la misura non e' servita a impedire un nuovo round di appelli: "Incontriamoci alle 14 di ogni domenica. Basta presentarsi nei luoghi prefissati, passeggiare e sorridere - scrivono i misteriosi animatori delle proteste, estendendo i raduni a 27 citta' - un governo autoritario puo' temere le passeggiate e i sorrisi". La folla dell'appuntamento di domenica scorsa nella capitale sembrava composta soprattutto da passanti, giornalisti stranieri e poliziotti in borghese; ma qualcuno era comunque riuscito a lanciare in aria un mazzo di gelsomini, gesto che ha provocato qualche momento di tensione e almeno due fermi (questo articolo)
Conduce Valeria Manieri, in collegamento da Pechino Antonio Talia. In studio Alessandra Spalletta.
Ascolta la trasmissione di Radio Radicale in collaborazione con AgiChina24 qui.