Frena a novembre l'export cinese
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Frena a novembre l'export cinese

Frena a novembre l'export cinese

Pechino. Le vendite all'estero crescono «solo» del 13,8%, il minimo da due anni
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PECHINO
Rallenta la crescita delle esportazioni cinesi, che tocca il livello minimo da due anni, rendendo più probabile l'adozione, da parte del Governo, di ulteriori politiche per sostenere l'espansione della seconda economia del mondo. Si tratta pur sempre di percentuali a doppia cifra, ma la frenata è evidente: a novembre, l'incremento dell'export è stato del 13,8% rispetto allo stesso mese del 2010 (contro il +15,9% di ottobre), un risultato che - se si escludono le distorsioni dei mesi di gennaio e febbraio, nei quali si celebra il Capodanno cinese - porta l'export ai minimi dal dicembre 2009. E, considerando il contestuale incremento annuo delle importazioni del 22,1% (dato pure in calo rispetto al +28,7% di ottobre), riduce il surplus commerciale di Pechino a 14,5 miliardi di dollari dai 17 miliardi del mese scorso.
A pesare in maniera consistente sul rallentamento cinese è anche la crisi del debito europeo, come dimostra la crescita "modesta" (del 5%) delle esportazioni verso l'Europa; rimane buono il flusso verso gli Usa, mentre rallentano le spedizioni verso il Giappone. Anche la frenata nelle importazioni è un segnale negativo, indicativo di una flessione nell'economia domestica con ricadute maggiori vista la crisi finanziaria globale.
Le statistiche confermano peraltro il trend registrato con la precedente raffica di dati pubblicata dal Governo: a novembre l'indice Pmi del manifatturiero si è attestato a quota 49 contro il 50,4 di ottobre, per la prima volta in tre anni al di sotto della fatidica soglia dei 50 punti che segna un mercato in espansione. L'economia cinese, insomma, rallenta, lasciando spazio per ulteriori manovre espansive: il 30 novembre scorso la Banca centrale cinese aveva tagliato il coefficiente di riserva obbligatoria, una mossa di segno completamente opposto a quelle adottate negli ultimi tre anni, decisa per iniettare maggiore liquidità nel sistema. I dati pubblicati venerdì hanno segnalato anche una frenata dell'inflazione, che a novembre è cresciuta del 4,2%, ai ritmi più lenti degli ultimi 14 mesi.
Le possibili misure che le autorità potranno adottare consistono in ulteriori tagli al coefficiente di riserva obbligatoria nel primo trimestre 2012 e, se la situazione economica internazionale dovesse ulteriormente indebolirsi, anche in tagli dei tassi d'interesse nel secondo trimestre 2012. A questo proposito, la Conferenza economica centrale che si svolgerà fino al 14 dicembre riveste un'importanza particolare per analizzare i prossimi interventi.
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11/12/2011
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