Fotografia degli art fund: ecco chi vince e chi perde
Invece dall'altra parte del l'Atlantico si cerca la trasparenza, per questo sono nati l'Art Fund Association (intervista sotto) e l'Art Investement Council, due organizzazioni che cercano di conquistare la fiducia degli investitori definendo le linee guida per i promotori in direzione di una regolamentazione del mercato emergente.
A voler fotografare quanto accaduto sino ad oggi si possono delineare tre categorie di fondi, secondo gli esperti (www.skatepress.com): buoni, brutti e cattivi. I fondi buoni sono quelli che sono stati lanciati e hanno raccolto i capitale adeguati per avviare i programmi d'investimento. Qualche esempio? Tutta la classe dei fondi di Philip Hoffman, basati nel Delaware, gestiscono asset per 110 milioni di dollari, hanno una struttura di private equity e fund fee del 2% sul capitale investito e del 20% sulle performance. The Art Fine Fund 1 ha registrato annualmente il 20,11% lordo sulle opere cedute. Il fondo aperto lussemburghese Dionysos Art Fund sul l'arte antica ha raccolto 180 milioni di euro e nel 2011 ha dichiarato una performance dello 0,124%, l'Art Photography Fund e Sharpe Art Fund, basati nelle Cayman Islands, hanno performance annuali rispettivamente dell'8,27% e del 10,14%.
I fondi cattivi sono un piccolo numero di veicoli che hanno raccolto i capitali necessari per cominciare l'attività, ma poi hanno malgestito le operazioni o hanno investito male sui tempi e la bolla del 2007 li ha visti fallire, vittime Osian Fund e Trading Art Fund. Infine, la categoria più ampia è quella dei fondi brutti: ben strutturati con programmi d'investimento top e manager in grado di produrre rendimenti significativi, ma che non sono riusciti a raccogliere abbastanza capitale per lanciare il veicolo e sono restati al palo. L'assenza di track record, benchmark, indicatori di rischio e di valutazione hanno tenuto lontane le istituzioni finanziarie. «Eppure chi ha comprato le quote del primo nostro fondo è tornato a investire anche sui nuovi fondi» assicura Federica Bonacasa, Head of Art Advisory di The Fine Art Fund Group.
m.pirrelli@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10/03/2012