Fotografia degli art fund: ecco chi vince e chi perde

Molti fondi d'investimento in arte in Europa non riescono a partire perché non raccolgono adesioni sufficienti. Eppure il mercato mondiale ha raggiunto i 960 milioni di dollari nel 2011, secondo le rilevazioni di Deloitte e ArtTactic, contro i 760 del 2010. Sono circa 44 i veicoli operativi, di cui 21 partiti in Cina dal 2010. Sulla rampa di lancio ce ne sono almeno altri otto pianificati tra Lussemburgo, Stati Uniti, Svizzera e Singapore e si sono appena chiuse le raccolte di Artemundi e Brazil Golden Art Fund con asset per circa 100 milioni di dollari tra il 2009 e il 2011. Ma il vero tzumani arriva dalla Cina dove il pericoloso boom del mercato dell'arte è contagiato anche dalla presenza di molti Chinese Art Investement Trust, moltiplicatisi negli ultimi anni. Qui il governo ha definito obiettivo primario lo sviluppo del settore culturale nel piano quinquennale. Così sono sorte le borse valori dell'arte per investitori cinesi che amano il rischio e il bluff, di cui poco si sa perché tutto è in cinese.
Invece dall'altra parte del l'Atlantico si cerca la trasparenza, per questo sono nati l'Art Fund Association (intervista sotto) e l'Art Investement Council, due organizzazioni che cercano di conquistare la fiducia degli investitori definendo le linee guida per i promotori in direzione di una regolamentazione del mercato emergente.
A voler fotografare quanto accaduto sino ad oggi si possono delineare tre categorie di fondi, secondo gli esperti (www.skatepress.com): buoni, brutti e cattivi. I fondi buoni sono quelli che sono stati lanciati e hanno raccolto i capitale adeguati per avviare i programmi d'investimento. Qualche esempio? Tutta la classe dei fondi di Philip Hoffman, basati nel Delaware, gestiscono asset per 110 milioni di dollari, hanno una struttura di private equity e fund fee del 2% sul capitale investito e del 20% sulle performance. The Art Fine Fund 1 ha registrato annualmente il 20,11% lordo sulle opere cedute. Il fondo aperto lussemburghese Dionysos Art Fund sul l'arte antica ha raccolto 180 milioni di euro e nel 2011 ha dichiarato una performance dello 0,124%, l'Art Photography Fund e Sharpe Art Fund, basati nelle Cayman Islands, hanno performance annuali rispettivamente dell'8,27% e del 10,14%.
I fondi cattivi sono un piccolo numero di veicoli che hanno raccolto i capitali necessari per cominciare l'attività, ma poi hanno malgestito le operazioni o hanno investito male sui tempi e la bolla del 2007 li ha visti fallire, vittime Osian Fund e Trading Art Fund. Infine, la categoria più ampia è quella dei fondi brutti: ben strutturati con programmi d'investimento top e manager in grado di produrre rendimenti significativi, ma che non sono riusciti a raccogliere abbastanza capitale per lanciare il veicolo e sono restati al palo. L'assenza di track record, benchmark, indicatori di rischio e di valutazione hanno tenuto lontane le istituzioni finanziarie. «Eppure chi ha comprato le quote del primo nostro fondo è tornato a investire anche sui nuovi fondi» assicura Federica Bonacasa, Head of Art Advisory di The Fine Art Fund Group.
m.pirrelli@ilsole24ore.com
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10/03/2012