di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 19 nov. - La Cina si concentra sulla sicurezza informatica, mentre il mondo dei grandi gruppi cinesi del settore punta verso i contenuti on line, in particolare di intrattenimento, l'ultima frontiera del business per i colossi cinesi di internet. Nel pittoresco villaggio di Wuzhen si è aperta, oggi, non senza polemiche, la World Internet Conference, che fino a venerdì prossimo ospiterà alcuni dei maggiori dirigenti a livello mondiale del settore, per una tre giorni di interventi sul ruolo di internet nella società. Per tutta la durata del convegno, il piccolo centro cinese sarà libero dalla censura del Great Firewall, che blocca alcuni dei siti più visitati al mondo, come YouTube, Facebook e Twitter, e impedisce l'accesso alle app più comunemente usate sul web. Ultima vittima, in questo senso, anche uno dei grandi gruppi bancari del mondo, HSBC, che ogni mese pubblica i risultati dei settori manifatturiero e dei servizi della Cina e di altri Paesi.
In apertura del convegno, il vice premier cinese, Ma Kai, ha sottolineato il ruolo del controllo di internet sulla stabilità sociale del Paese, e ha chiesto il rispetto delle regole interne cinesi e la cooperazione nel combattere i reati che avvengono attraverso l'uso della rete. Le parole del vice premier cinese non hanno convinto in molti, a cominciare da Amnesty International, secondo cui l'evento ospitato in questi giorni rappresenta per la Cina un tentativo di sdoganare al mondo le proprie regole sul controllo dell'informazione on line. La censura cinese sta spostando le proprie mire sui portali gestiti da EdgeCast, uno dei più grandi network di content delivery al mondo operato da Verizon, che offre servizi di analisi e sicurezza dei dati informatici alle aziende che operano in diversi settori, tra cui anche e-commerce, programmi di intrattenimento e software, e reindirizzano gli utenti ai siti web bloccati, come YouTube, attraverso un sistema di "siti-specchio". Le critiche non smuovono, però, le autorità cinesi: in un messaggio al convegno di oggi, il presidente del China's State Internet Information Office, Lu Wei, augura a tutti i presenti di riuscire a "cogliere le opportunità di business" offerte dal mercato interno.
A non risentire della censura on line sembra essere il mercato dei contenuti di intrattenimento, sempre più appetibili per i giganti del settore, che stanno firmando contratti astronomici con i provider. Con i suoi 632 milioni di utenti, a fine giugno scorso, la Cina è il Paese con il maggiore numero di internauti al mondo ed è ancora in crescita, con stime che danno a 850 milioni entro fine 2015 il numero di internauti cinesi. I grandi nomi della rete, come Alibaba, Baidu e Tencent lottano testa a testa con le rivali americane dai nomi più noti, come Google, Facebook e Amazon. Il gruppo emergente di smartphone Xiaomi ha concluso oggi un accordo di investimenti da 300 milioni di dollari con iQiyi, fornitore di contenuti di intrattenimento sul web, settore su cui il gruppo di Lei Jun - spesso paragonato a uno "Steve Jobs cinese" - sta puntando con decisione, dopo l'accordo di settimana scorsa con Youku Tudou, la versione cinese di Youtube, che ha già un contratto con Alibaba, il gruppo fondato dall'uomo che oggi è il più ricco di Cina, Jack Ma.
Neppure Alibaba resta a guardare, e punta in alto. Solo poche settimane fa, la stampa americana riportava le voci di colloqui tra lo stesso Ma e i dirigenti delle major americane di Hollywood, ma nell'immediato l'interesse del più grande gruppo di e-commerce del mondo rimane focalizzato sul mercato interno. Un gruppo controllato dallo stesso Ma assieme al social network TenCent - che opera la piattaforma di messaggistica istantanea WeChat - punta verso un investimento di 2,8 miliardi di dollari nella Huayi Brothers Media Corporation, altro gigante dell'intrattenimento made in China, distributore di musica, film e programmi televisivi.
19 novembre 2014
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