Forte frenata per l'industria cinese
ADV
ADV
Forte frenata per l'industria cinese

Forte frenata per l'industria cinese

La crisi del debito sovrano colpisce sempre di più le economie dei Bric
di lettura
Il contagio europeo si fa sentire sempre più forte tra le economie dei Bric. A novembre l'attività manifatturiera in Cina ha accusato il primo calo da febbraio del 2009. E l'onda lunga raggiunge anche India e Brasile.
L'indice Pmi cinese, rilevato dalla Federazione della logistica e acquisti, un'associazione vicina al Governo, è sceso da 50,4 di ottobre a 49. Una flessione attesa, ma in qualche modo straordinaria, dato che porta l'indicatore sotto quota 50, lo spartiacque tra riduzione ed espansione dell'attività economica. Insomma, perfino la Cina è entrata in una fase di contrazione. E secondo Hsbc, la flessione sarebbe ancora più accentuata, perché secondo la banca l'indice dei responsabili degli acquisti sarebbe sceso addirittura a 47,7. Il Pmi riflette «un marcato deterioramento delle condizioni economiche in tutto il settore manifatturiero», ha commentato Qu Hongbin, capo economista per la Cina della banca britannica.
Pechino paga il calo delle importazioni dalle economie avanzate. Secondo l'Ocse, l'anno prossimo il Pil crescerà meno del 9%, per la prima volta in 10 anni. La Cina ha bisogno di tassi di sviluppo molto sostenuti per riuscire ad assorbire i milioni di giovani che entrano ogni nel mercato del lavoro e per migliorare le condizioni di vita dei suoi poveri. Tutto reso più difficile dalle difficoltà delle economie avanzate e dell'Eurozona, che ieri hanno trovato una conferma in più nell'indice Pmi, sceso fino a quota 46,4, il minimo da luglio del 2009.
Anche l'India paga dazio. Il Pil ha rallentato ai minimi da oltre due anni e mezzo, con una crescita del 6,9%. E l'attività manifatturiera a novembre ha frenato con il Pmi in calo da 52 a 51 punti.
Dall'altra parte del mondo, il raffreddamento globale ha spinto il Brasile a tagliare i tassi d'interesse per la terza volta quest'anno, portando il Selic all'11%, 50 punti base in meno. La Banca centrale cerca di dare un segnale di ottimismo al mercato e di incentivare la domanda interna, che dovrà sopperire al calo dell'export. Intanto, nel terzo trimestre la crescita economica, stando alle previsioni del Governo, si è fermata, è pari a zero. Il taglio dei tassi è stato accompagnato da una serie di misure espansive varate dal Governo, compresa l'abrogazione della tassa sugli acquisti di azioni e bond aziendali da parte di investitori stranieri e la riduzione di alcune imposte, come quella sui prestiti personali. Queste misure, insieme a quelle varate all'inizio dell'anno, comportano sgravi per 3,1 miliardi di euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

02/12/2011
ADV