Fondi Ue per il corridoio Genova-Tianjin
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Fondi Ue per il corridoio Genova-Tianjin

Fondi Ue per il corridoio Genova-Tianjin

Infrastrutture. L'Unione europea ha sbloccato le risorse per finanziare i programmi di internazionalizzazione in Asia
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Ce n'è bisogno, viste le altalenanti prospettive dell'export: è in arrivo una sterzata nell'avvio del progetto di corridoio logistico Genova-Tianjin siglato nel 2009 per intensificare l'interscambio Italia-Cina e rimasto, almeno in parte, in stand by.
L'Aif (Asian investiment facility) nata nell'ambito del l'Asia action plan della Comunità europea, ha appena sbloccato una prima tranche da 30 milioni di euro destinati all'internazionalizzazione asiatica delle aziende europee.
Simest, che coordina lo sviluppo del progetto di corridoio, chiederà al prossimo board Aif un grant che, insieme alla partecipazione all'equity di Simest e al finanziamento dei privati (gruppo Gavio di Rivalta Scrivia e l'operatore logistico Argol Villafranca), coprirà i fabbisogni finanziari.
Operazione complessa ma, in prospettiva, vantaggiosa per il made in Italy. In parallelo, con l'Agenzia delle dogane, si sono facilitati gli scambi: l'Italia, dopo l'Olanda, è la seconda nazione ad aver siglato con i cinesi un accordo bilaterale. Giuseppe Peleggi, direttore dell'Agenzia delle dogane, è tranchant: «Noi siamo pronti». Il corridoio, infatti, coinvolge non solo i porti di Tianjin e il sistema portuale e retroportuale di Genova, il Rivalta Terminal Europa spa, ma anche Dogane e spedizionieri: i flussi di scambio sono gestiti da un canale informatico tarato su controlli documentali e fisici in grado di garantire la sicurezza delle spedizioni. I pragmatici olandesi avevano colto al volo una simile opportunità già dopo i fatti di piazza Tian anmen siglando un patto tra Tianjin e il porto di Rotterdam. Quanto potrà valere l'attivazione del corridoio per l'Italia? Luca Spallarossa di Spediporto è chiaro: «Moltissimo, anche se non è semplice quantificare i volumi. Da Tianjin, intanto, iniziano ad arrivare spedizioni, è già un buon punto di partenza».
«Questa piattaforma logistica in Cina per le imprese italiane è uno snodo cruciale - sottolinea Massimo d'Aiuto, amministratore delegato di Simest - sorge nel più grande polo economico della Cina Nord-Orientale, sulla costa di Bohai, uno dei tre motori dello sviluppo cinese insieme a Shanghai e Shenzhen, un'area dotata delle più avanzate reti di trasporto del Paese. I cinesi, inoltre, si sono, a loro volta, impegnati a investire in Italia». «La piattaforma logistica italiana a Tianjin - aggiunge d'Aiuto - offre la possibilità di offrire condizioni di reciprocità alle controparti cinesi. L'Autorità Portuale di Genova, con l'Interporto di Rivalta Scrivia, dispone di un'area libera di 1,5 chilomentri quadrati in cui le controparti cinesi potrebbero organizzare una loro base logistica. Garantire condizioni di reciprocità significa bilanciare i traffici e lavorare in export, dando alla merce le stesse garanzie che può avere in import».
Huaze Group, l'agenzia di investimenti statale competente per la zona di libero scambio del porto di Tianjin contribuirà a promuovere e attivare gli interessi di società cinesi disposte a posizionarsi come investitori e gestori dei flussi commerciali nel terminal di Rivalta Scrivia in Italia. In Italia operano più di cento aziende cinesi, tra cui China Ocean Shipping, Baosteel, Haier, Anhui Jianghuai Automobile, Cosco che ha investito nel porto di Napoli e sta facendo ulteriori investimenti per creare un nuovo molo container.
L'idea del gemellaggio con tra porti italiani e cinesi, del resto, fa proseliti. Macerata e Xiamen in piena estate hanno siglato un accordo di collaborazione triennale in base al quale, dice Roberto Pesaresi, presidente di Interporto Marche «i due enti si scambieranno informazioni, coopereranno a livello amministrativo e logistico, nel trasporto, nella pianificazione e nello sviluppo dei due scali per fornire servizi alle compagnie marittime che operano tra Xiamen e Ancona».
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Il porto cinese di Tianjin per flusso di merci è al sesto posto nella classifica mondiale e al terzo in Cina con ben 10 milioni di TEUs movimentati. La realizzazione della piattaforma logistica italiana nel Dongjang East Port, "gemellata" con l'area portuale genovese, poggia su un accordo doganale già sottoscritto.

L'investimento è di 30 milioni di euro (di cui l'80% a carico della parte italiana); sviluppato in cinque anni tocca i 50-60 milioni di euro, suddivisi in 3 rate da 15-20 milioni di cui 10 necessari ai costi di costruzione dei magazzini (pari al 30-40% dell'area opzionata) e 3,3 per le attrezzature. L'area coinvolta è di 300mila metri, di cui100mila in una prima fase.

08/01/2012
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