Pechino, 7 ott.- "Le nazioni emergenti stanno beneficiando delle esportazioni a basso prezzo, sostenute da valute mantenute a un valore artificialmente basso, e ciò sta aumentando la probabilità di frizioni commerciali per gli anni a venire":è questa la fotografia dell'economia mondiale catturata nell'ultimo rapporto del Fondo Monetario Internazionale pubblicato ieri, secondo il quale Cina, Brasile, India e altri nuovi attori economici stanno effettivamente sostenendo la ripresa dalla crisi globale, ma a spese di Stati Uniti ed Unione europea. Per l'FMI non siamo ancora alle guerre monetarie di cui ormai si parla esplicitamente da più parti, insomma, ma poco ci manca. "L'economia mondiale ha bisogno di essere riequilibrata,- si legge ancora nel rapporto - nazioni con larghi deficit commerciali e di budget come gli Stati Uniti hanno bisogno di sollevare le esportazioni, mentre quelle con enormi surplus come
Nelle sue ultime previsioni, il Fondo Monetario Internazionale indica che l'economia globale concluderà il 2010 con un +4,8% ben al di sopra del disastroso –0,6% dello scorso anno, che segnava il peggior risultato dalla Seconda Guerra Mondiale. Ma USA e Ue giocano nel risultato finale un ruolo minoritario (rispettivamente +2,6% e +1,7%), mentre la parte del leone tocca alle economie emergenti:
Lo yuan, che è valuta non convertibile, era stato ancorato di fatto al dollaro nel luglio 2010 e da quando Pechino ha acconsentito ad una maggiore flessibilità, nel giugno scorso, si è apprezzato sul biglietto verde di un modesto 2%.
di Antonio Talia
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