Pechino, 11 mar. - Impennata dell'inflazione a febbraio: secondo i dati pubblicati dall'Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, l'indice dei prezzi al consumo ha subito un aumento del 2.7% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, attestandosi al di là del 2.3% previsto da molti economisti e segnando il record degli ultimi 16 mesi. A determinare un aumento così consistente sono soprattutto i rincari del settore alimentare, che ha registrato + 6%; un dato particolarmente preoccupante per un paese in cui le famiglie povere spendono in cibo più del 40% delle loro entrate. "Al momento l'economia cinese non è surriscaldata- ha dichiarato il portavoce dell'Ufficio Sheng Laiyun- e anche se l'Indice dei prezzi al consumo è aumentato più velocemente rispetto agli ultimi mesi, il livello è ancora tra il leggero e il moderato". L'Ufficio Nazionale di Statistica ha sottolineato come l'aumento dei prezzi sul fronte alimentare sarebbe dovuto, in parte, anche a un inverno particolarmente rigido. Molti osservatori, inoltre, attribuiscono il balzo alle celebrazioni per il Capodanno Cinese, uno dei periodi in cui tradizionalmente le famiglie spendono di più, che nel 2010 –essendo legato al calendario lunare- è caduto in febbraio anziché in gennaio. Ma altri segnali, come l'ulteriore impennata del 10.7% anno su anno dei prezzi delle case nelle 70 più importanti città cinesi, suggeriscono scenari diversi, in cui il governo di Pechino si trova stretto tra la necessità di continuare a sostenere la crescita e quella di prevenire il rischio di surriscaldamento dell'economia. Dopo la cifra record di 9590 miliardi di yuan in nuovi prestiti erogata dalle banche nel 2009, la leadership di Pechino, adesso, teme che questo fiume di liquidità possa creare lo scoppio di pericolose bolle nello stock market e nel settore immobiliare, e da qualche mese ha lanciato diverse misure per frenare il credito facile. "Ci aspettiamo che l'inflazione continui a salire nei prossimi mesi prima di raggiungere il picco intorno alla metà di quest'anno" ha dichiarato in una nota la presidentessa di JP Morgan per il settore China Equities, Jing Ulrich. Molti analisti si aspettano un aumento del tasso d'interesse nel 2010, ma sottolineano che la Banca centrale di Pechino probabilmente aspetterà una misura analoga da parte della Federal Reserve, come segnale di ripresa dell'economia globale. Una mossa del genere, inoltre servirebbe ad evitate l'afflusso sul territorio cinese di capitali provenienti dall'estero finalizzati a speculazioni sui tassi d'interesse più elevati.