Pechino, 10 ott.- Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha incontrato lunedì a Pechino il suo omologo cinese Chen Zhu, nell'ambito di una visita di Stato volta ad incrementare la collaborazione nel settore sanitario tra Roma e Pechino.
"Si è trattato di un'ora e un quarto di colloqui su argomenti molto concreti, –ha raccontato Fazio ai giornalisti italiani –nella quale c'è stata occasione di descrivere nel dettaglio come funziona il sistema sanitario italiano. Il ministro cinese, da parte sua, ha spiegato il programma che la Cina sta portando avanti per dotare il paese di un sistema sanitario a misura di persona. Questi viaggi servono da rompighiaccio. Verosimilmente ci saranno dei tavoli tecnici, e poi degli altri incontri nei quali si porta altra carne al fuoco. Di sicuro, è emersa la volontà di collaborare".
La Cina ha di fatto smantellato il suo sistema sanitario nazionale quasi venti anni fa. Nel 2008, all'interno del pacchetto di misure straordinarie anti-crisi da 4mila miliardi di yuan (al cambio attuale oltre 400 miliardi di euro), il governo ha varato un piano in cinque punti per consentire a tutti i cittadini un effettivo accesso alla sanità di base, e ha istituito numerosi programmi per studiare i sistemi stranieri.
"Pechino punta a introdurre un sistema universalistico, e questo offre spazi considerevoli alla collaborazione con un paese come l'Italia" ha continuato il ministro Fazio.
"Ritengo che sia nell'interesse dell'Italia contribuire ad aiutare un grande paese come la Cina, trasferendo quel know-how acquisito negli anni a livello di governo, delle regioni e delle aziende sanitarie e ospedaliere, che potranno collaborare con Pechino anche ottenendo un ritorno economico. Dobbiamo cercare dei nuovi mercati per quello che è il sistema di welfare che abbiamo sviluppato nel corso degli anni in Europa, e quello cinese è il più grande di tutti".
Secondo il ministro Fazio tale collaborazione può essere intrapresa attraverso diversi canali, che vanno dalla formazione di personale infermieristico e medico –peraltro già in atto in alcune regioni d'Italia-, fino alla condivisione di metodologie di controllo dei sistemi e perfino attraverso la partecipazione di gruppi italiani a gare per la costruzione di ospedali in Cina, soprattutto sul fronte della gestione tecnologica e dell'utilizzo e della manutenzione degli impianti.
"A breve presenteremo con una conferenza stampa in Italia uno studio provvisto di dati molto aggiornati sugli esiti della cura di malattie in praticamente tutti gli ospedali e le ASL italiane" ha detto ancora il ministro. "Questo dossier dimostra come gli esiti migliori siano in larga parte indipendenti dai costi che li hanno generati. In Italia abbiamo regioni che spendono moltissimo e ottengono in cambio un sistema cattivo, e regioni che spendono poco e viceversa hanno un buon sistema sanitario. Ed è su questi successi che si può intavolare una fruttuosa collaborazione con un paese come la Cina".
di Antonio Talia
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