Pechino, 27 ott. - Nel 2010 la Cina diventerà il secondo mercato al mondo per i farmaci da banco (detti anche "over the counter"): lo prevede Olivier Charmeil, vicepresidente per l'area Asia-Pacifico del colosso farmaceutico Sanofi-Aventis, che sta firmando in questi giorni una joint-venture con la China Minsheng Pharmaceutical Group Co. Nel 2008 la vendita dei farmaci non prescrivibili in Cina ha toccato i 70 miliardi di yuan (circa 7 miliardi di euro), con una netta preponderanza di prodotti come vitamine e minerali. La sanità del Paese di Mezzo è ancora eccessivamente burocratizzata e posta sotto lo stretto controllo del governo, ma le aspettative sul business della salute sono rosee: nel 2002 la Cina occupava il decimo posto al mondo per spesa di farmaci; nel 2006 era salita al nono, ed è altamente probabile che nelle statistiche non ancora analizzate per l'anno 2008 occupi la settima posizione. Più in generale, sull'onda del pacchetto di stimoli all'economia lanciato dal governo nello scorso novembre, in Cina l'intero settore della salute sta subendo profondi e rapidi mutamenti: nell'aprile scorso la leadership di Pechino ha deciso di stanziare 850 miliardi di yuan in tre anni (circa 85 miliardi di euro) per dotare il 90% della popolazione dell'accesso al sistema sanitario e garantire l'acquisto dei farmaci di base a prezzi abbordabili. La mossa va inquadrata nel più ampio disegno di aumentare la domanda interna nel Paese, spingendo i cinesi a risparmiare di meno e consumare di più. In attesa del 2020 quando, secondo molti analisti, la Cina sarà il primo mercato del mondo nel settore sanitario.