Bruxelles, 12 mag. - La Cina non ha i requisiti perche' le sia riconosciuto lo status di economia di mercato. Lo ha stabilito l'Aula del Parlamento europeo con l'approvazione della risoluzione che invita la Commissione europea a non fare concessioni a Pechino e a "tenere debitamente conto dei timori espressi dall'industria europea, dai sindacati e da altri soggetti interessati". Approvata a larga maggioranza (546 favorevoli, 28 contrari, 77 astenuti), la risoluzione mette nero su bianco che "la Cina non e' un'economia di mercato e ancora non soddisfa i criteri stabiliti dall'Ue" per definirla tale, e finche' tali condizioni non saranno soddisfatte "l'Ue dovrebbe utilizzare, nelle inchieste anti-dumping e anti-sovvenzione sulle importazioni cinesi, una metodologia non standard per determinare la comparabilita' dei prezzi". La risoluzione adottata e' un testo elaborato congiuntamente dai principali gruppi parlamentari Ppe (popolari), S&D (socialisti), Alde (liberali), Ecr (conservatori) e Verdi.
Calenda, no Strasburgo a economia mercato importantissimo
E' "importantissimo", secondo il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, il voto con cui oggi il Parlamento europeo si e' detto contrario al riconoscimento dello status di economia di mercato per la Cina. Come ha detto a Bruxelles, dove domani debuttera' da ministro al Consiglio Ue Affari esteri - Commercio, "tutto il processo dovra' passare a un certo punto formalmente per il Parlamento" e se quella di "oggi e' una risoluzione, domani dovra' essere comunque approvata una modifica del regolamento e quindi il voto da' una chiarissima indicazione di che cosa pensa il Parlamento: che oggi la Cina non e' un'economia di mercato". Insomma, secondo Calenda a Strasburgo si e' riconosciuta "l'importanza delle nostre relazioni bilaterali", in linea con "quello che il governo italiano ha sostenuto dall'inizio: in qualunque caso, gli strumenti di difesa commerciale vanno tenuti in piedi e in piena funzionalita', non solo relativamente a quelle che oggi sono le misure adottate, ma nella loro piena potenzialita' anche su altri settori". Se possibili, anzi, tali misure "vanno anche rafforzate e per questo il richiamo alla riforma degli strumenti di difesa commerciale" contenuto nella risoluzione e' particolarmente importante.
12 MAGGIO 2016
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