Pechino, 18 mag- Il portavoce del ministero del Commercio di Pechino Yao Jian ha espresso ieri i timori della Cina sulla situazione nel Vecchio Continente nel corso di una conferenza stampa: "La crisi del debito sovrano non ha colpito solo la Grecia, ma ha avuto un effetto negativo sull'economia europea nel suo complesso- ha detto Yao-, e ciò influenzerà di certo le importazioni cinesi". "Riteniamo che il pacchetto di salvataggio da 750 miliardi di euro messo in campo dall'Ue e dal Fondo Monetario Internazionale rivitalizzerà l'Eurozona- ha detto ancora Yao-,ma a causa della crisi i mercati finanziari hanno registrato frequenti fluttuazioni, che hanno intaccato la fiducia e ritardato la ripresa globale". L'Unione europea è il primo partner commerciale della Cina: l'anno scorso il commercio bilaterale tra i due giganti è aumentato del 34.6% raggiungendo quota 137.77 miliardi di dollari, costituendo così il 16% del totale degli scambi cinesi. Ovviamente, la crisi greca ha avuto ripercussioni anche sulla stabilità dell'euro e sul suo rapporto con lo yuan: la valuta cinese, che rimane ancorata al dollaro, ha toccato ieri quota 8.3666 contro la moneta europea, il tasso di cambio più elevato degli ultimi sette anni; dall'inizio del 2010 lo yuan si è già apprezzato del 14% rispetto all'euro. Molti analisti osservano che l'attuale incertezza causata dalla situazione nell'Eurozona potrebbe dissuadere Pechino da un eventuale apprezzamento dello yuan: "Un euro debole sta minando la fiducia degli investitori, e aggiunge incertezze alle esportazioni cinesi verso l'Unione- ha dichiarato l'economista di Standard Chartered Bank Yan Jin- e ritengo che il surplus commerciale cinese diminuirà, riportando un maggiore equilibrio nella bilancia internazionale dei pagamenti". Molti analisti ritengono che il surplus commerciale cinese del 2010 si aggirerà intorno ai 100 miliardi di dollari, contro i 196.07 miliardi del 2009 e i 295.46 miliardi del 2008. "Con l'attuale situazione economica, il tasso di cambio dello yuan non muterà facilmente- ha detto ancora Yan- e ci si aspetta che il governo di Pechino mandi un segnale chiaro prima del nuovo vertice G20, fissato in Canada per il giugno prossimo ".
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