Roma, 23 set.- Mentre rinsalda il suo legame con Mosca, Pechino fa scorta di petrolio e gas naturale. Il sesto meeting sino-russo sull'energia si è concluso a Tianjin con la firma di tre accordi di cooperazione per la fornitura di petrolio e gas naturale e con una cerimonia per la costruzione di una raffineria di petrolio ad opera della China National Petroleum Corporation e della Rosneft Oil. Una mossa che anticipa e spiana la strada alla visita del presidente russo Dmitry Medved prevista per il 26 settembre. "Fino a ora è stato preventivato un investimento di 5 miliardi di dollari per la sola costruzione dello stabilimento" ha riferito il vice primo ministro russo. Lo stabilimento avrà sede proprio a Tianjin e sembra garantirà a Pechino 13 milioni di tonnellate annue di greggio. "A ciò bisogna aggiungere inoltre 500 stazioni petrolifere che verranno costruite nella seconda fase del progetto" ha aggiunto Sechin.
In base agli accordi la posta in gioco sarà divisa per il 49% alla Russia e il 51% alla Cina. "I negoziati sono la prova che nell'ambito della cooperazione per l'importazione e l'esportazione del petrolio, la Cina e la Russia stanno facendo passi da gigante" ha dichiarato il vice premier cinese Wang Qishan. E un grande mattone è rappresentato dalla realizzazione dell'oleodotto che partendo dalla città di Skovorodino trasporterà il greggio fino alle raffinerie di Daqing, nel nordest della Cina. La struttura si snoderà per 60 chilometri in terra russa e per 1000 chilometri in quella cinese. La pipeline rientra in un progetto più ampio denominato ESPO (Eastern Siberia Pacific Ocean), ideato per trasportare tra i 30 e i 50 milioni di tonnellate di petrolio all'anno dalla Siberia alla regione Asia-Pacifico, la cui domanda di energia sembra inarrestabile.
Secondo gli accordi iniziali l'oleodotto dovrebbe iniziare a rifornire la Cina già dal prossimo primo gennaio. "Si tratta di un progetto importante, attraverso il quale stiamo iniziando a diversificare l'offerta delle nostre risorse energetiche" ha dichiarato il premier Valdimir Putin nel corso della cerimonia di inaugurazione della sezione russa terminata un mese fa. "Il progetto della raffineria petrolifera e il completamento dell'oleodotto rappresentano delle pietre miliari nella storia delle relazioni tra la Cina e la Russia" ha dichiarato il vice ministro degli Esteri Cheng Guoping nel corso della cerimonia di Tianjin. "Si tratta di accordi di grande importanza strategica che aprono nuovi orizzonti" ha rilanciato Sechin, il quale ha poi promesso che la Russia garantirà alla Cina un afflusso continuo e duraturo di petrolio grazie all'oleodotto.
La mega struttura è infatti il risultato di un progetto bilaterale firmato a febbraio del 2009 in base al quale la Cina avrebbe garantito alla Russia prestiti a lungo termine per 25 miliardi di dollari, mentre Mosca avrebbe rifornito Pechino di 300 milioni di tonnellate di greggio annue per circa venti anni, dal 2011al 2030, proprio grazie all'oleodotto. Ma a Tianjin non si è parlato solo di greggio: Gazprom, il più grande produttore di gas al mondo, ha fatto sapere che i due Paesi si sono accordati su questioni chiave riguardanti la fornitura di gas naturale alla Cina. "Le negoziazioni hanno stabilito i termini contrattuali relativi al volume delle esportazioni, gli intervalli di tempo per la fornitura e il prezzo" ha fatto sapere Aleksandr Medvedev, vice presidente esecutivo della Gazprom. Un progetto in cantiere già dallo scorso ottobre quando in occasione della visita di stato del primo ministro russo Vladimir Putin, Gazprom e CNPC hanno firmato l'accordo di cooperazione che prevede una fornitura di 70 miliardi di metri cubi di gas naturale annui al Dragone.
E per quanto riguarda il prezzo, Sechin ha riferito che per conoscere le 'tariffe' bisognerà attendere ancora un po'. "I dettagli saranno resi noti all'inizio dell'anno" ha dichiarato il vice primo ministro. Sembra si tratti comunque di un prezzo che – stando alle dichiarazioni rilasciate da Putin un anno fa – sarà fissato sulla base degli standard asiatici. Dagli accordi di cooperazione energetica l'alleanza sino-russa sembra uscita più forte che mai. La Russia è riuscita ad assicurarsi un 'cliente affamato' e un mercato duraturo e in continua espansione; lo scorso mese, infatti, il Dragone ha consumato circa 35,54 milioni di tonnellate metriche di petrolio, il 7,6% in più rispetto a un anno fa. Nel contempo ha potuto ridurre l'affidamento sulla tratta europea, lungo la quale ogni anno si trasportano già 120 milioni di tonnellate di petrolio e ha aumentato la sua sfera di influenza su Pechino. La Cina invece ha diminuito la sua vulnerabilità strategica e la dipendenza da altre regioni, politicamente più instabili.
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