Eads accusa la Cina: « Boicotta i nostri Airbus»
Dalle minacce ai fatti. Un mese fa Pechino era pesantemente intervenuta contro la "carbon tax" imposta da Bruxelles alle compagnie aeree che effettuano collegamenti da e verso l'Europa, quale che sia la loro nazionalità, vietando alle società cinesi «di partecipare all'Emission trading scheme e di aumentare le tariffe per compensare i costi della misura». Airbus aveva subito lanciato l'allarme, avvertendo che a questa decisione sarebbero seguite ritorsioni finalizzate a danneggiare il costruttore europeo. E ieri - a margine della presentazione dei peraltro eccellenti risultati 2011 di Eads, la casa madre del gruppo - il presidente Louis Gallois ha annunciato che il Governo di Pechino ha deciso di bloccare l'acquisto di Airbus da parte delle compagnie cinesi.
Si tratta di 45 apparecchi: 10 superjumbo A380 e 35 A330, 25 dei quali - la cui consegna è prevista entro la fine del 2014 - sono già in produzione.
Gallois ha quindi ribadito la richiesta all'Unione europea di rinviare l'applicazione del provvedimento: «Insistiamo perché si cerchi una soluzione su scala mondiale. Una misura solo europea è dannosa».
Va ricordato che la decisione di Bruxelles, entrata in vigore lo scorso 1° gennaio, costringerà le compagnie che assicurano collegamenti con l'Europa a versare nel 2013 una tassa sull'inquinamento prodotto pari a oltre 700 milioni. L'impatto sulle compagnie cinesi è stimato in circa 97 milioni per il primo anno, una cifra destinata ad aumentare di quattro volte entro il 2020. Contro la carbon tax europea si sono espressi 26 dei 36 membri dell'organizzazione mondiale dell'aviazione civile, tra cui gli Stati Uniti, la Russia e appunto la Cina.
Lo scontro con Pechino non ha però avuto alcun impatto sul mercato, che ha anzi premiato il titolo Eads con un aumento del 10,8% a 29,74 euro (su una Borsa francese in crescita del 2,5%) grazie a risultati superiori alle aspettative. Il gruppo ha infatti chiuso il 2011 con un risultato operativo di 1,8 miliardi (+34% rispetto al 2010) e utili netti record per oltre un miliardo (+87%) a fronte di un fatturato (49,1 miliardi) superiore del 7% a quello dell'esercizio precedente. Le commesse sono aumentate del 58% a 131 miliardi (grazie soprattutto all'A320 Neo), portando il portafoglio ordini a 540 miliardi. Equivalente a sette anni di lavoro. Il dividendo (0,45 euro ad azione) è più che raddoppiato rispetto al 2010, e le previsioni per il 2012 parlano di un risultato operativo a 2,5 miliardi, con un ulteriore incremento del 40 per cento.
Gallois ha anche approfittato della sua ultima presentazione (in estate lascerà il posto all'attuale presidente di Airbus, il tedesco Tom Enders) per difendere l'autonomia del gruppo e respingere le pressioni del Governo di Berlino. Che sta trattando l'acquisto di una parte della quota in mano a Daimler (il 7,5%, attraverso la banca pubblica KfW) e pochi giorni fa aveva ufficialmente criticato la decisione proprio di Enders di riunire presso la sede di Tolosa le attività direzionali oggi distribuite tra Parigi e Monaco, chiedendo una maggiore attenzione per gli impianti tedeschi. «L'iniziativa è inappropriata - ha commentato Gallois - e non corrisponde al modo in cui devono essere gestite le società quotate. Abbiamo sempre preso le nostre decisioni senza ingerenze esterne e continueremo a farlo».
Lo stesso Enders, che non ha mai nascosto di preferire una minor presenza pubblica nell'azionariato, aveva reagito ricordando che tra il 2000 e il 2010 Eads ha assunto 9.500 persone in Germania. E altre 1.800 l'anno scorso.
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09/03/2012