E i cinesi ora guardano al debito pubblico italiano
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E i cinesi ora guardano al debito pubblico italiano

E i cinesi ora guardano al debito pubblico italiano

Intesa anche con Cdp
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ROMA
È stata un visita passata un po' in sordina, tra la manovra in eterno cantiere e le tempeste della politica. Ma la missione della scorsa settimana in Italia del ceo della China Investment Corporation (Cic), Low Jiwei, ha gettato solide basi per un consolidamento dei rapporti economici e istituzionali tra i due paesi. Jiwei ha incontrato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e quello degli Esteri, Franco Frattini, a cui ha aggiunto colloqui ai massimi livelli anche in Banca d'Italia. Secondo quanto riferito da fonti finanziarie - riporta il Financial Times - tra il ceo di Cic e le autorità italiane si sarebbe discusso di aumentare in modo massiccio l'impegno di acquisto di titoli di Stato italiani, forse fino al 10% (e oltre) dello stock complessivo, che sfiora 1,9 milioni di miliardi. Inoltre nel corso della visita è stata confermata la stima della quota cinese del 4% di titoli di stato italiani.
Ma Jiwei nel suo tour romano ha incontrato anche i vertici della Cassa Depositi e Prestiti, e in particolare il presidente Franco Bassanini e l'amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini. Alla Cassa il colloquio ha affrontato l'ipotesi di future partecipazioni del Cic a operazioni che saranno messe in campo dal neonato Fondo strategico italiano (Fsi) - controllata dalla Cdp al 90% - il cui cda proprio ieri ha nominato come a.d. Maurizio Tamagnini.
Il Cic è il secondo dei cinque Fondi Sovrani cinesi «non-commodity» , incluso quello di Hong Kong, ed il quinto a livello mondiale per capitale potenziale di investimento, con una dotazione stimata di circa 409,6 miliardi di dollari e gestisce buona parte dei 3.200 miliardi di valuta estera cinese.
Tre settimane fa una delegazione di funzionari italiani ha effettuato una missione a Pechino proprio per discutere di possibili collaborazioni, e in agosto lo stesso direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, ha incontrato investitori cinesi. Pur essendo un Fondo relativamente giovane, istituito da meno di quattro anni fa, conta già importanti partecipazioni estere, tra le quali il 9,4% di Blackstone Group, per un valore di 3 miliardi di dollari, ed il 9,9% di Morgan Stanley, per un valore di 5,6 miliardi di dollari. Le previsioni che vedevano Cic superare in breve tempo il principale Fondo emiratino (Adia), alla guida della ranking list mondiale dei Fondi Sovrani sono state disattese anche a causa delle ingenti perdite legate agli investimenti in Blackstone e Morgan Stanley del 2008.
Negli incontri in Italia Jiwei ha visto anche il direttore generale di Unicredit, Roberto Nicastro, e il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. E di grandi lavori e possibili investimenti i i cinesi hanno parlato specie con esponenti della Regione Sicilia, per il co-finanziamento di opere infrastrutturali, con l'obiettivo di fare della Sicilia un hub per i commerci del Mediterraneo, e a questo fine è stato già stipulato un memorandum con la China Development Bank.
In particolare i progetti guardano a opere aeroportuali, al sistema ferroviario, ma si cita anche il Ponte sullo Stretto di Messina, progetto che ogni tanto riaffiora dall'oblio in cui è da tempo piombato.
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13/09/2011
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