E' del "Warren Buffet" cinese il divorzio più costoso della Cina

E' del "Warren Buffet" cinese il divorzio più costoso della Cina

di Giovanna Di Vincenzo

 

Pechino, 9 feb.- Il 2011 per la Cina sarà ricordato come l'"anno dei divorzi tra i ricchi". Il binomio "separazione e soldi" ha accomunato molti famosi uomini d'affari che, con le rispettive ex consorti, hanno dato vita a lotte per la spartizione di beni e proprietà tanto accese da occupare non solo le aule giudiziarie, ma anche le pagine dei rotocalchi. L'ultimo che ha scatenato l'attenzione dei media è quello della richiesta di divorzio avanzata da Lu Juan, moglie del presidente del China Capital Investment Group, Zhao Bingxian. Se la richiesta sarà accolta in tribunale il "Warren Buffet" cinese dovrà cedere alla moglie la metà dei sui beni dal valore complessivo di 2 miliardi di yuan ( circa 200 milioni e 400mila euro circa). Una cifra da capogiro che renderebbe il divorzio dei Zhao il più costoso della storia della Repubblica Popolare.

 

La moglie di Zhao Bingxian accusa il marito di violenze domestiche nei suoi confronti e di frequenti relazioni extraconiugali, ma reclama soprattutto la divisione egualitaria dei beni, sostenendo di aver contribuito personalmente al successo e alla ricchezza del marito. Lu Juan scrive nel suo blog di aver versato "lacrime e sangue" nella gestione della società e di aver mantenuto la famiglia durante gli studi di finanza del marito alla Jiaotong Univerisity di Shanghai. I due d'altronde sono stati soci in affari quasi sin dall'inizio della loro storia d'amore, convolata a giuste nozze nel 1988, quando entrambi svolgevano il servizio militare. Nel 1993, abbandonato l'esercito, i due fondarono una società e incominciarono ad arricchirsi speculando nel nascente mercato azionario cinese. Allora  furono tra i pochi fortunati ad avere le possibilità di acquistare le quote delle prime società pubbliche dopo il 1992. Nel corso degli anni il capitale finanziario familiare è cresciuto a dismisura, tanto da comprendere oggi una quota di 700 milioni di yuan all'interno della Wohua Pharmacutical e di 300 milioni di yuan rispettivamente nelle società Luohai Home Textile e Shanghai Guandian Electric.

 

Ma non è la prima volta che Lu Juan cerca di ottenere il divorzio dal marito. Il primo tentativo risale al 2010, seguito dal secondo lo scorso anno, entrambi falliti a causa dei frequenti impegni e viaggi di lavoro del marito, che lo costringevano a disertare l'aula. La sua richiesta finora è rimbalzata da corte a corte nei vari distretti di Pechino in attesa di essere accolta. Nemmeno l'accusa di violenza domestica ha cambiato le cose: Lu ha più volte chiamato la polizia in seguito agli atteggiamenti violenti del marito, ma non è stata ascoltata. E sfogandosi sul suo blog scrive: "La mia pratica di divorzio sta avendo più difficoltà delle altre solo perché mio marito è il Buffett della Cina". La vicenda assunse i toni dello psicodramma quando Lu Juan accusata dal marito per aver scassinato la cassaforte dell'azienda, finì in carcere per 37 giorni. Il gesto era frutto dell'esasperazione causata dalle continue assenze in tribunale del marito, che fino ad oggi elude la possibilità del divorzio, che potrebbe non solo dimezzare i suoi beni finanziari ma anche allontanarlo dai suoi figli, di cui Lu Juan chiede la custodia.


La soap-opera di Zhao e Lu è l'ultima delle storie di divorzi tra ricchi, non ultimi quelli che hanno visto protagonisti il fondatore di Tudou.com, Gary Wang Wei e l'ideatore di Ganji.com, Yang Lei, i cui casi giudiziari di divorzio hanno ritardato e ostacolato il loro ingresso al Nasdaq.

 

Secondo un editoriale del Voice of Economy di China National Radio, che sta circolando da parecchi giorni in rete tramite i microblogging, le recenti vicissitudini legali tra ex coniugi benestanti cinesi si ripercuotono a livello finanziario sull'economia. Partendo proprio dai casi di Tudou.com e Ganji.com, l'editoriale sottolinea come il ricorso al tribunale per le cause di divorzio possa danneggiare l'immagine delle compagnie, influenzandone il valore a livello azionario, rendendo tortuoso l'eventuale accesso al mercato e intimorendo gli investitori, preoccupati dall'emergere di dispute sulla proprietà.

 

Se il 2011 è stato l'anno dei divorzi tra ricchi cinesi, il 2010 ha registrato il boom di separazioni tra la popolazione in generale, registrando 2 milioni di divorzi contro 1 milione e 200 mila unioni in matrimonio. Questo aumento è imputabile a una maggiore indipendenza lavorativa sia degli uomini che delle donne, alla lontananza per motivi di lavoro e alla semplificazioni delle procedure burocratiche. Ad agosto Pechino ha rivisto proprio uno dei punti della legge sul divorzio, quello della divisione dei beni, regolando la negoziazione degli immobili nel caso in cui i due coniugi intendano porre fine al vincolo coniugale. La proprietà delle case acquistate da una delle due parti prima delle nozze in caso di divorzio sarà mantenuta dal legittimo acquirente. E poi c'è chi divorzia proprio per poter comprare casa: secondo Liu Gang, un responsabile dell'ufficio di registrazione dei matrimoni a Huai'an, una cittadina del Jiangsu, che nel 2011 ha registrato una considerevole crescita del tasso di divorzi, "a causa della politiche macroeconomiche attuate dal governo, le coppie preferiscono fare 'falsi divorzi' per ottenere credito da investire nell'acquisto di immobili".


Questa tendenza in atto nella società cinese sembra essere in contrasto con la tradizionale importanza confuciana dell'unione familiare. In un Paese dove pubblico e privato sono due sfere della vita sociale tenute nettamente separate, la concentrazione mediatica sulle vicende di Zhao Bingxian, Gary Wang Wei e Yang Lei non possono che sorprendere, anche perché di esse si sottolinea la stretta correlazione tra affari privati e traguardi economici personali.


C'è chi riflette sul binomio "amore e denaro" e lo fa il portale della Gioventù con un commento sulla vicenda di Zhao Bingxian, che sottolinea come spesso la ricchezza condizioni il matrimonio e l'amore. "Se Zhao Bingxian e Lu Jian non avessero queste grandi proprietà, se fossero una normale coppia che si guadagna da vivere, allora forse non divorzierebbero". E prosegue: "i soldi hanno cambiato il loro sistema di valori". L'articolo inquadra  Zhao Bingxian come un personaggio "inglobato dal lavoro e ossessionato dall'incertezza dell'andamento dei mercati, incertezza che trasferisce sui rapporti interpersonali" e la moglie come "una donna debole di fronte al marito, costretta ad affrontare il divorzio da una posizione di svantaggio". "I soldi non comprano l'amore" è la riflessione con cui si chiude l'articolo, a cui le recenti vicende mediatiche e le statistiche sull'aumento delle "rotture" nel Dragone non danno però credito.

 

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