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Giusta quindi le scelta di iniziare da Chongqing la missione di sistema italiana della scorsa settimana, senza privilegiare una volta tanto gli "agi" delle affluenti coste orientali tanto care agli imprenditori, specie italiani. Ora si tratta di costruire, cogliendo le occasioni offerte anche dalla vera e propria battaglia ingaggiata dalle province interne per attirare capitali a suon di incentivi fiscali, facilitazioni del credito da parte delle banche locali e altro. Con un interrogativo: perché in Italia non si è mai avviata una simile, sana, competizione tra Regioni?
Certo nella inner-China la logistica e le infrastrutture sul fronte occidentale non sono quelle dell'est, e questo può ridurre i vantaggi del più basso costo del lavoro. Ma, a differenza sempre dell'Italia, tutto in Cina corre veloce e prima di quanto non si possa credere autostrade a più corsie, alta velocità e collegamenti aerei sveltiranno le pratiche di trasporto.
Per le imprese italiane dunque due campagne sul fronte occidentale: una sfida per l'export di beni di largo consumo, ma anche un incentivo ad andare a produrre per vendere là dove i consumi sono destinati a crescere. Con un obbligo che vale anche per ministri e politici di varia natura: andare a vedere quel che accade nel Far West cinese. Sempre che almeno abbiano già respirato l'effervescente aria della costa est.
sara.cristaldi@ilsole24ore.com
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08/06/2010
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