DreamWorks « produrrà» in Cina
Hollywood sbarca finalmente in Cina, con uno studio di produzione destinato ad aprire entro la fine dell'anno a Shanghai. L'avvenimento di portata storica è stato annunciato ieri dalla DreamWorks, casa di produzione cofondata da Steven Spielberg, proprio mentre il futuro leader della Cina, Xi Jinping, portava a termine una visita a Los Angeles per sottolineare i legami economici, finanziari e commerciali tra i due Paesi.
La DreamWorks è quindi la prima grande casa di produzione hollywoodiana ad ottenere l'autorizzazione per aprire uno studio di animazione e produrre film e cartoni animati per il mercato cinese e mondiale. La condizione, ovviamente, è che si metta in società con aziende cinesi per rispettare il limite sul numero di film stranieri che possono essere proiettati in Cina.
La Oriental DreamWorks avrà quindi tre soci, la China Media Capital, la Shanghai Media Group e la Shanghai Alliance Investment, tutte aziende di Stato. Insieme controlleranno il 55% della società contro il 45% in mano al colosso americano. L'obiettivo della DreamWorks va comunque oltre la produzione di film e cartoni animati; la società intende investire in parchi divertimento, nell'online, nella telefonia mobile, nel merchandising e negli spettacoli dal vivo.
Sebbene debba scontare il prezzo di non controllare la joint venture, l'investimento di 330 milioni di dollari della DreamWorks nella sussidiaria cinese presenta grosse opportunità di profitto. La Cina è oggi il terzo mercato mondiale per il cinema, dietro gli Stati Uniti e il Giappone. L'anno scorso gli incassi al box-office sono aumentati del 29% a 2,1 miliardi di dollari, e secondo le proiezioni entro il 2020 la Cina diventerà il maggiore mercato mondiale.
L'appetito per i film americani pare insaziabile, anche perché al momento la legge limita a venti il numero di pellicole straniere all'anno. Per aggirare questi limiti alcune società americane hanno iniziato a stringere accordi di coproduzione con partner cinesi per produrre non solo film destinati al mercato locale ma anche blockbuster con grandi star hollywoodiane per il mercato americano e mondiale.
La Legendary Pictures per esempio ha creato una joint venture (destinata a partire il prossimo anno) con la società di Hong Kong Paul Y Engeneering Group e il distributore cinese Hauyi Brothers per produrre un paio di film in lingua inglese all'anno basati sulla mitologia e la storia della Cina. La Relativity Media, società americana che possiede una quota nella cinese Sky Land, ha prodotto la commedia "21 and under", sempre in lingua inglese, in Cina.
La crescente presenza hollywoodiana in Cina sta iniziando a creare imprevisti grattacapi per le autorità di Pechino, capaci di tenere sotto controllo le importazioni di film americani ma non il comportamento delle sue star. L'attore Christian Bale, a Pechino in dicembre per il lancio della coproduzione "The Flowers of War", è stato fermato dalla polizia mentre tentava di far visita al dissidente Chen Guangcheng con una troupe televisiva.
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LO SBARCO
L'accordo
La joint-venture sarà detenuta al 55% dalle società pubbliche cinesi China Media Capital, Shanghai Media Group (Smg) e Shanghai Alliance Investment (Sai), il 45% sarà nelle mani della DreamWorks. Avrà un capitale iniziale di 330 milioni di dollari. Punta a produrre il primo film made in China nel 2016
18/02/2012