Roma, 24 feb.- "Un killer che colpisce invisibile": cinque lavoratori cinesi hanno descritto così lo n-esano - una sostanza altamente nociva - in una lettera-denuncia inviata all'amministratore delegato di Apple Steve Jobs. Il reagente chimico utilizzato da maggio 2008 ad agosto 2009 nello stabilimento di Suzhou della Wintek – società taiwanese che assembla gli schermi di iPhone e iPad – ha avvelenato 137 impiegati affetti da vari disturbi quali sudorazione e intorpidimento delle mani e dei piedi, spossatezza e svenimento. E mentre Wintek assicura che già ai primi sintomi i lavoratori sono stati immediatamente ricoverati in ospedale e curati del tutto, gli 'avvelenati' affermano di avere subito danni permanenti. Un prolungato contatto con la sostanza infatti - sostengono gli esperti - può portare danni irreversibili al sistema nervoso.
Ed è scontro anche sulla questione del risarcimento. Dei 137 dipendenti intossicati, 56 lavorano ancora, mentre gli altri hanno lasciato l'azienda con il più alto rimborso previsto dalla legge in quanto ritenuti impossibilitati a lavorare, sostiene il direttore finanziario di Wintek Jay Huang. "Sono pochi quelli che cercano ulteriori risarcimenti" afferma ancora Huang. Diversa è invece la testimonianza delle vittime che accusano la Wintek di aver offerto loro un misero indennizzo e di aver fatto pressioni affinché lasciassero la società senza alcuna copertura per ulteriori cure mediche. "Non possiamo far fronte alle spese sanitarie. Non ci resta che stare in fabbrica e vedere cosa succede" commenta uno degli impiegati.
Ora i 137 lavoratori cercano giustizia e per ottenerla si rivolgono direttamente alla società di Cupertino: da quando lo n-esano, che ha la caratteristica di evaporare prima dell'alcol, è stato usato per velocizzare la pulizia degli schermi touch screen, "i profitti di Apple e Wintek sono saliti di decine di milioni ogni mese, reddito accumulato sulle vite e la salute dei lavoratori" si legge nel documento. Intanto Wintek ha fatto sapere di aver sospeso l'uso della sostanza non appena appurata la nocività. "Abbiamo tre richieste: scuse scritte ufficiali da parte dell'Apple, cure mediche più adeguate e risarcimenti in grado di compensare il fatto che le nostre carriere sono state stroncate" ha dichiarato una delle vittime.
Gli episodi di avvelenamento a Suzhou erano già stati portati alla luce dal rapporto sui fornitori cinesi relativo al 2010 e pubblicato qualche giorno fa dalla compagnia statunitense. Nello stesso documento si legge che lo scorso anno i funzionari dell'Apple hanno trovato ben 91 bambini impiegati illegalmente in fabbriche fornitrici, nove volte in più rispetto all'anno precedente. A ciò si aggiunge poi una violazione dei diritti dei dipendenti costretti a lavorare per più di 60 ore a settimana, in ambienti malsani in quasi un terzo delle aziende che lavorano per la mela più famosa dell'informatica. E sempre lo scorso anno, la Foxconn – fornitrice di Apple, Nokia e Dell – ha occupato le prime pagine dei giornali a causa di una serie di suicidi, 12 dall'inizio dell'anno dei propri dipendenti, sfiniti dalle condizioni di lavoro cui erano sottoposti (questo articolo).
di Sonia Montrella
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