Damiani: in Cina dieci nuovi negozi
«Abbiamo invitato i nostri migliori clienti e hanno subito risposto con entusiasmo - ha spiegato il presidente e ad di Damiani, Guido Damiani - del resto ci sono aree del mondo, come l'Asia, dove regna l'ottimismo e dove c'è una grande voglia di acquistare oggetti preziosi». Non è un caso, dunque, se la casa di gioielli punta a espandersi a Oriente, un mercato definito dallo stesso Damiani «effervescente». L'imprenditore ha rivelato che la società conta di inaugurare circa dieci nuovi spazi in Cina nel giro dei prossimi due anni. Il gruppo, comunque, tiene sotto controllo anche l'America Latina «nonostante per adesso in Paesi come il Brasile i dazi siano troppo elevati», e il Messico. La presenza negli Stati Uniti, ha aggiunto Damiani, è imprescindibile, anche se la concorrenza è spietata e la ricerca per la qualità non sempre è troppo spiccata. Insomma, ha fatto capire l'imprenditore, «non tutti gli americani hanno la sensibilità di Sharon Stones», che proprio nel corso della conferenza di presentazione della boutique ha sottolineato il valore delle pietre incastonate a mano.
Fatto sta che soprattutto grazie alle vendite estere, Guido Damiani vede il futuro a tinte rosa e così continua a investire. «Abbiamo chiuso i primi 9 mesi dell'esercizio 2011/2012 con ricavi in crescita del 6,4% (a 118,4 milioni di euro), un risultato soddisfacente per il periodo», ha commentato il presidente sottolineando che Damiani tenta di sfidare la complessità della situazione italiana, dove per altro «il decreto sul limite degli acquisti oltre i mille euro cash non incoraggia lo shopping dei turisti». L'Italia, ha comunque asserito l'imprenditore, «è un paese particolare: non appena uscirà un raggio di sole, la neve si scioglierà e torneranno gli acquisti».
Intanto, come antidoto alla crisi, la maison studia nuovi prodotti a prezzi accessibili, come la linea lanciata di recente e fatta di argento, onice e madreperla. Per il gruppo, inoltre, non è da escludere l'annuncio di nuove licenze, come ad esempio quelle siglate negli anni passati con Jil Sander e Gianfranco Ferré. Tra i tanti progetti la casa non dimentica di essere sensibile alla charity: per questo la metà dei profitti ricavati dalle vendite della linea di gioielli disegnata da Sharon Stone viene devoluta per la creazione di pozzi in Africa.
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17/02/2012