Dal made in Italy una sfida alla Cina
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Dal made in Italy una sfida alla Cina

Dal made in Italy una sfida alla Cina

Le occasioni per le Pmi. La concorrenza si batte puntando su know how e innovazione
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Impianti e componenti per le energie rinnovabili. Sono le commesse conquistate, dal Nordafrica al Far East al Sudamerica, dalle mini multinazionali italiane della green economy. Successi ottenuti grazie a un Dna innovativo che ha portato allo sviluppo di competenze uniche.
Tra le Pmi c'è chi guarda ai mercati sulla sponda sud del Mediterraneo. È il caso della marchigiana Brandoni Solare, che dopo il decollo del business a metà 2008 guarda ai promettenti mercati africani. «Stiamo approcciando con una nostra soluzione i mercati del Nordafrica come Tunisia, Algeria ed Egitto ma anche la Guinea, il Senegal fino al Sudafrica» spiega Luciano Brandoni, presidente della società. L'azienda, oltre ai pannelli con cui si realizzano mini centrali e gli impianti stand alone per l'illuminazione stradale, fornisce anche gli inverter e le batterie per accumulare l'energia. «Siamo impegnati in alcune forniture in Senegal dove stiamo anche gettando le basi per creare una joint venture con una società locale». Questo mercato è stato scoperto dopo una missione di Confindustria e Federexport che ha fatto da trampolino di lancio per individuare i clienti affidabili e i partner potenziali. «È un paese in forte sviluppo, con piccoli numeri ma diffusi sul territorio», continua il presidente che punta a una strategia di medio periodo.
Il pannello solare made in Italy in Africa viene apprezzato per la qualità e l'efficienza, mentre i fornitori cinesi, a detta di Brandoni, sono abili e competitivi dal punto di vista del prezzi ma non si sono rivelati all'altezza delle aspettative dei clienti. Per quanto riguarda il fare impresa in loco, l'imprenditore sottolinea come «il personale locale abbia poca visione d'insieme, mentre sul fronte della sicurezza fuori dalle città ci si può sentire preoccupati».
La Leitwind, società del gruppo altoatesino Leitner, punta alla Turchia e al Nordafrica con le proprie turbine, progettate in Italia e costruite anche in Austria. «Oltre all'illuminazione, l'elettricità prodotta può servire per desalinizzare e rendere potabile l'acqua» aggiunge Anton Seeber, membro del board della Leitner e responsabile del settore eolico. Una soluzione che permette di sfruttare giorno e notte l'impianto e che si rivela chiave per quei paesi.
Altre torri eoliche vengono prodotte nello stabilimento indiano della Leitner-Shriram, joint venture con un partner locale. Gli impianti vengono installati nei mercati del Far East: 50 sono già operativi in India, dove nel 2011 ne verranno installate altre cento. «Il prossimo anno sarà in attività anche un campo eolico da 15-20 Mw in Sri Lanka e uno da una decina di Mw in Thailandia – continua – e stiamo esplorando le opportunità in Sudamerica».
Viene invece evitato il mercato cinese: «Laggiù tutto viene copiato per essere monetizzato, sistema che non credo possa funzionare sul lungo periodo e poi hanno un impianto normativo troppo diverso» sottolinea Seeber. Per raggiungere i mercati esteri la società preferisce muoversi autonomamente, senza aiuti, perché «preferiamo concentrarci sui risultati e non sulla burocrazia».
Anche la Archimede Solar Energy, azienda del Gruppo Angelantoni partecipata da Siemens, punta all'India con il solare termodinamico, tecnologia made in Italy sviluppata dall'Enea grazie a una intuizione del Nobel per la Fisica Carlo Rubbia. Il merito è nel know how acquisito dalla società umbra nella produzione dei tubi ricevitori solari a sali fusi, componente chiave che verrà impiegato nella realizzazione dell'impianto in Rajasthan da 10 Mw la cui entrata in attività è prevista nel 2013. «È già stato definito il primo contratto di fornitura con Techint, main contractor del progetto, e dovremo produrre e consegnare migliaia di tubi entro il gennaio 2012» sottolinea Gianluigi Angelantoni, ad del gruppo.
Per queste sue specificità la Archimede Solar Energy partecipa al Consorzio Solare XXI, di cui fa parte la stessa Techint, insieme a Duplomatic, specializzata negli azionamenti oleodinamici di precisione, che ha messo a punto un sistema di tracking per la movimentazione dei collettori parabolici che seguiranno il sole. Un'altra pmi, la Reflex di Treviso, partecipa con la fornitura dei pannelli riflettenti, prodotto che ha brevettato utilizzando soluzioni tecniche particolarmente avanzate.
enrico.netti@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA



Tre casi di successo
1 SENEGAL

BRANDONI SOLARE
Oltre alla fornitura di pannelli solari e di mini centrali fotovoltaiche «made in Italy» ha scelto in Senegal un partner locale con cui realizzare una joint venture. Il paese è in forte sviluppo e si realizzano piccoli progetti diffusi sul territorio. La società punta anche sui mercati di Algeria, Tunisia ed Egitto
2 FAR EAST

LEITWIND
Leader nella produzione di generatori eolici il prossimo anno installerà dei campi eolici in India, dove sono già in attività 50 torri che diventeranno 150, Sri Lanka (la potenza installata sarà di circa 15-20 Mw) e in Thailandia, per una decina di Mw. Si punta anche ai mercati del Nord Africa e del Sud America. Viene invece evitato il mercato cinese

3 INDIA

ARCHIMEDE SOLARE ENERGY
Si lavora per la fornitura di migliaia di tubi ricevitori a sali fusi che verranno installati in un impianto in Rajasthan (India) che avrà la potenza di 10 Mw, la cui entrata in attività è prevista nel 2013. Al progetto partecipano altre due Pmi e la Techint come main contractor

22/11/2010
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