Pechino, 7 dic.- Secondo Dagong, l'Italia è ormai al di fuori del giro dei grandi paesi europei, e deve prepararsi alla recessione: mercoledì l'agenzia di rating cinese ha declassato il debito pubblico italiano, portandolo da "A-" a "BBB". L'outlook, inoltre, rimane "negativo": "Il rendimento dei bond italiani continuerà ad aumentare a causa del peggioramento della situazione economica e finanziaria - si legge nella nota dell'agenzia -, e ciò sferrerà un duro colpo all'Italia, che sta facendo sempre più affidamento sull'estero per l'acquisto dei suoi titoli di Stato".
L'opinione dell'agenzia di rating di Pechino è che l'Italia sia ormai troppo dipendente dalla Banca centrale europea per l'acquisto dei suoi bond, mentre il peggioramento delle condizioni economiche del Paese sta minando la capacità di Roma di ripagare il debito pubblico. "La fiducia degli investitori è seriamente messa a repentaglio dal peggioramento della crisi del debito europeo. La grandezza del debito italiano è tale che sarà estremamente difficile da ridurre nel lungo periodo" scrivono gli analisti di Dagong.
L'agenzia cinese dipinge un futuro a tinte foschissime per il nostro Paese: "Nel 2011 l'economia italiana raggiungerà una modesta crescita, a causa dell'abbassamento della domanda interna ed estera - si legge nella nota -, ma nel medio termine l'Italia è destinata a sprofondare nella recessione per via del doppio effetto delle politiche di austerità e delle cupe prospettive della situazione internazionale".
Dagong nutre scarsa fiducia nelle ultime manovre del governo Monti, definendo "difficili da raggiungere" gli obiettivi di austerity fissati per il 2011, così come quelli relativi al taglio del deficit di medio termine. Gli analisti del Dragone affermano che l'Italia ha raggiunto "un equilibrio politico temporaneo" dopo la nomina del governo tecnico, ma - con logica tutta cinese - puntano il dito contro la "vulnerabile base politica italiana" e sottolineano che le severe misure del Governo potrebbero incontrare una forte opposizione da parte dell'opinione pubblica.
"Un mercato immobiliare relativamente stabile, l'elevato tasso di risparmio e il basso indebitamento delle famiglie sono fattori chiave per la stabilità del sistema bancario italiano - si legge ancora nella nota di Dagong - ma il rapido declino dell'economia sta mettendo sotto pressione le banche, provocando un aumento dei crediti non esigibili".
Dagong ha iniziato a pubblicare voti sul debito sovrano di numerosi Paesi nel luglio 2010, con l'obiettivo dichiarato di porsi come voce alternativa alle "Tre Sorelle" del rating, Moody's, Fitch e Standard & Poor's. Ma come per le altre agenzie di rating, anche per Dagong si pone un problema di fiducia: chi controlla l'agenzia cinese? "Dagong è completamente privata, ed è controllata da due soci, con quote del 60% e del 40%" aveva dichiarato il presidente Guan Jianzhong in un'intervista esclusiva concessa ad AgiChina24.
Pur affermando l'assoluta indipendenza di Dagong, Guan ha lasciato intuire che uno dei due soci dell'agenzia sia comunque un membro di alto livello della leadeship cinese: "Cosa penserebbe un occidentale se dicessi che uno dei soci fa parte del governo cinese?" aveva dichiarato il presidente. "Personalmente, ritengo che se uno dei due fosse in qualche modo legato al governo, forse il Paese potrebbe riporre ancora maggiore fiducia nella nostra società".
Mercoledì - subito dopo il declassamento dell'Italia - i vertici dell'agenzia hanno declinato l'offerta di un'intervista, sostenendo che "i motivi del downgrade sono già contenuti nel comunicato stampa".
In estate Dagong aveva messo a segno un bel colpo, declassando il debito pubblico americano con due giorni di anticipo sul colosso Standard & Poor's. Ma il momento di gloria non è durato molto: ad agosto quotidiani e accademici cinesi accusavano la società di chiudere un occhio sulla debolezza di società nazionali, come l'indebitatissimo ministero delle Ferrovie (cui l'agenzia assegna una tripla "A") e alcune compagnie d'investimento legate ai governi locali, gravate da pesanti sospetti di insolvenza.
Di sicuro, Dagong è la prima agenzia di rating che posiziona l'Italia al di sotto del voto "A": due mesi fa Moody's aveva declassato il debito tricolore da "Aa2" ad "A2", mentre secondo Standard & Poor's il debito italiano a lungo termine merita comunque una "A".
di Antonio Talia
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