di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 10 lug. - Le aree di libero scambio della Cina offriranno sempre maggiori possibilità per le imprese straniere su suolo cinese in futuro. È la previsione contenuta nell'ultimo rapporto di Dagong Europe, "China continues opening up to foreign investors - Promotion of Freee Trade Zones and Easing of Quotas and Catalogues". Dagong Europe è la filiale europea dell'agenzia di rating cinese che ha sede a Milano. "Per incentivare l'entrata di nuovi investitori stranieri nel suo mercato - spiega in una nota Richard Miratsky, capo del Corporates Analytical Team di Dagong Europe - la Cina sta gradualmente rilassando i limiti del suo sistema di quote e permettendo maggiore flessibilità nei Cataloghi per gli Investimenti dìstranieri. In più, le aree di libero scambio costituiscono un interessante tentativo del governo di sperimentare nuovi approcci di investimento focalizzati sulla deregulation in aree selezionate". Il sistema delle quote regola gli investimenti finanziari stranieri in Cina, mentre i cataloghi riguardano le linee di approvazione delle imprese e degli investimenti stranieri in Cina.
Nel rapporto Dagong Europe si concentra sul sistema di regolamentazione delle imprese straniere in Cina e prevede l'evoluzione di alcuni scenari alla luce delle nuove riforme economiche decise alla fine dello scorso anno. "Nonostante il sistema di approvazione della Cina rimanga piuttosto rigido - spiga Francesca Russo, Direttore del Corporates Analytical Team di Dagong Europe - la sua ragguardevole popolazione, la rapida urbanizzazione e il grande sviluppo delle infrastrutture si prevede che continuino a offrire significative opportunità per investitori locali e stranieri".
Lo scenario attuale delle aziende europee in Cina è però ancora lontano dal godere delle aperture promesse dalle riforme. Secondo i dati della Camera di Commercio dell'Unione Europea in Cina, le aziende Ue che hanno visto negli ultimi cinque anni aumentare di oltre il 10% il proprio fatturato in Cina sono in lieve crescita, mentre quelle che hanno registrato una crescita compresa tra il 5% e il 10% sono in diminuzione: il 59% nel 2014, contro il 65% del 2009. Il 29% dei gruppi stranieri in Cina ha avuto risultati stabili negli ultimi cinque anni, in crescita rispetto al 2009, quando erano il 23%. "Gli investitori stranieri stanno mantenendo in generale un approccio prudente negli investimenti in Cina - spiega il rapporto di Dagong Europe - come suggerito da un numero in declino di fusioni e acquisizioni e dalle registrazioni di entità straniere in Cina negli ultimi anni. Le ragioni principali di questo aspetto sono il previsto aumento dei costi corporate e un ambiente normativo che rimane piuttosto rigido, con lunghe e complesse procedure di approvazione".
Tra le maggiori novità che verranno introdotte nelle aree di libero scambio che stanno nascendo in Cina, Dagong Europe elenca, tra le principali, innovazione nell'amministrazione, facilitazioni nel commercio e negli investimenti e l'esperienza nelle aperture economiche da parte della Cina. "Queste riforme si focalizzano principalmente sulle facilitazioni dei procedimenti esistenti di approvazione e, in alcuni casi, rimpiazzandoli con sistemi di registrazione. Se messe in atto con successo - conclude Dagong Europe - questi cambiamenti possono sostenere la Cina nel migliorare le relazioni commerciali bilaterali con il resto del mondo".
10 luglio 2014
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