ADV
L'operazione complessiva, da quasi 1,5 miliardi, proietterà la società in testa alle classifiche del private equity globale impegnato nella divisa locale cinese. Ma la sua non è un'avventura isolata: altri protagonisti dell'alta finanza, da Blackstone a Carlyle e a Ubs, hanno negli ultimi mesi annunciato fondi in yuan per scommettere sulla nuova ricchezza nella potenza asiatica, sulla maturazione dei suoi mercati e su crescenti opportunità di investimento. Non è un mistero che Shanghai ambisca a diventare la New York del continente e Chonquing, nelle regioni occidentali del paese, rivendichi paragoni con Chicago. Blackstone Group ha già un'intesa dallo scorso novembre con le autorità di Shanghai per dar vita a un fondo da 732 milioni. E Carlyle ha raggiunto accordi sia a Pechino che a Shanghai.
I vertici di Tpg hanno fatto sapere che gli obiettivi per la raccolta saranno soprattutto i fondi pensione e gli assicuratori cinesi, dopo che questi ultimi sono stati autorizzati a investire fino al 5% degli asset nel private equity. I fondi ottenuti potranno essere poi impiegati in diversi settori, compresi alcuni finora sottoposti a restrizioni.Non è stato specificato quali saranno e non mancano i dubbi sulle normative che li governeranno. Avere come partner autorità cinesi dovrebbe tuttavia accelerare procedure di approvazione per le nuove attività di private equity.
Tpg, inoltre, vanta ormai una lunga esperienza di investimenti in Cina: dal colosso dei computer Lenovo alla banca Shenzhen Development Bank fino alla rete di concessionari China Grand Auto. La vendita della sua quota in Shenzhen ha fruttato agli investitori di Tpg oltre due miliardi di dollari, un guadagno pari a sedici volte il capitale originale. Guadagni ancora più ingenti sono possibili dalla sua scommessa su Grand Auto, in fase di collocamento sul mercato. In Cina Tpg ha uno staff di 25 persone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
25/08/2010
Condividi
ADV