Da Taipei mega-librerie pronte a sbarcare in Cina
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Da Taipei mega-librerie pronte a sbarcare in Cina

Da Taipei mega-librerie pronte a sbarcare in Cina

Modello di successo
di lettura
Per le migliaia di turisti da Pechino e Shanghai in arrivo ogni giorno a Taipei, capitale di Taiwan, l'isola di fatto indipendente ma formalmente parte di una sola Cina, lo scopo del viaggio è vedere come è, che forma ha l'altra faccia, quella per 60 anni separata, della patria.
Per la maggior parte di loro la prima meta non è il prodigioso museo nazionale, con il meglio della tradizione d'arte di questa parte del mondo, né l'altissimo grattacielo 101, proiezione futuristica dell'ingegneria nazionale, ma più stranamente è altro. Quello che vogliono vedere di persona dopo tanti racconti sono i 45mila metri quadri della libreria Eslite, chenping, nel cuore della città, davanti al palazzo di Governo di Taiwan.
Inaugurata nel 2006 alla presenza del presidente Ma Ying-jiu, la libreria è infatti certo il posto dove si comprano i libri proibiti a Pechino, ma più ampiamente è lo spazio dove la frenesia consumistica continentale trova una pace e una nuova ragione d'essere.
Aperta 24 ore al giorno la libreria vende di tutto oltre ai libri: musica, dvd, borse, penne, divani, pentole, cibo, vino e dove c'è di tutto, mostre di pittura, conferenze, cinema.
A raccontarla così sembra uno di quei nuovi supermercati da autostrada, dove un libro è esposto accanto a un salame, alla scatole delle aspirine, al cruciverba. È la stessa maniera, la stessa filosofia, lo stesso gusto, dei negozi-bazaar della povera Italia meridionale degli anni 60, solo in scala molto più larga e con i neon dove c'erano polverose lampadine a 20 candele.
Eslite invece, grazie a un progetto curato nei dettagli, resta sempre una bellissima libreria. Anzi è super libreria perché collega i volumi con quello di cui i volumi parlano. Ci sono libri di cucina vicino ai vini, giocattoli insieme alla letteratura per l'infanzia, prodotti di design insieme alla sezione sull'arte.
Inoltre il lettore è incoraggiato a leggere e sfogliare i libri, come in una biblioteca, gli vengono forniti tavoli e sedie e poi, se vuole, può comprare gli oggetti che guarda sollevando gli occhi, una penna per gli appunti o un computer per mettersi subito al lavoro, oppure sorseggiare un caffè o un bicchiere di vino nella lettura.
I 90 milioni di visitatori all'anno nelle 48 librerie del gruppo su una popolazione di 22 milioni di taiwanesi provano il successo dell'impresa cultural-commerciale.
Per Robert Wu, presidente della Eslite, vestito con camicia su misura e cravatta italiana, seduto su una poltrona Frau e caffè Lavazza in bella mostra nella sala libri di cucina, si tratta di «dare un'anima alla città».
Più ampiamente si tratta di dare un'anima, un contenuto più forte, più culturale, alla anonima febbre di vendite che pervade l'isola e l'Asia. È la ricerca di quell'anima che ha attratto molti alti funzionari cinesi che tra quelle file di scaffali di volumi con angoli ricavati per vendere carta da pacchi o pentole Alessi. Qui hanno visto un'anima che potrebbe rianimare le anonime foreste di grattacieli in cui si sono trasformate le metropoli cinesi.
Il progetto è rivoluzionario per la Cina: offrire spazi concepiti in modo nuovo, non solo le gigantesche shopping mall di stile americano, quasi catene di montaggio per le compere. I dirigenti cinesi vogliono che le librerie diventino posti dove la gente acquisti cultura insieme ad altri beni più o meno necessari.
In questo senso, mentre a un mese dalle elezioni presidenziali l'isola è divisa nel temere o meno una specie di invasione economico-politica di Pechino, una libreria taiwanese si appresta a invadere culturalmente la Cina.
Non succederà in grandissima fretta, non sarà una questione di mesi, forse ci vorranno un paio di anni, ma i sindaci di mezza Cina stanno offrendo terreni a prezzi ultra scontati, trattamenti di favore e carta bianca a Eslite purché Robert Wu accetti di aprire una libreria nelle loro città.
La sfida per Eslite è molto importante, visto quello che si aspettano i sindaci, ma anche per il ruolo ideologico che la cultura ha nel sistema cinese. Nei decenni di maoismo l'anima delle città cinesi erano le librerie Xinhua, Nuova Cina, simbolicamente collocate nelle piazze e vie principali. Erano dispensatori di propaganda e consenso politico.
Che questi spazi siano oggi offerti alla taiwanese Eslite è il segno della enorme distanza percorsa negli ultimi 30 anni, e anche segno di quanto Pechino senta un profondo bisogno di ritrovare a Taiwan parte della sua anima. Così, al di là dell'operazione commerciale, Eslite sembra portare avanti anche un'operazione politica di integrazione sociale profonda tra l'isola e il resto della Cina.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

10/12/2011
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