di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 28 nov. - Italia e Cina si uniscono nella formazione manageriale per aiutare le imprese italiane a competere sul mercato cinese. La fondazione Istud e la School of Economics and Management dell'università Tsinghua di Pechino, uno dei più prestigiosi atenei della capitale cinese, collaboreranno per un programma di formazione manageriale rivolto ai manager di aziende italiane e di joint venture italo-cinesi in Cina. Il percorso di attività di formazione congiunte si articola in tre parti che prevedono un primo momento, a marzo prossimo, dedicato ai seminari sulla gestione aziendale, in Cina, a cui seguirà , a giugno 2015, la terza edizione dell'Italian Excellence Program organizzato dalla fondazione Istud, che prevede una serie di incontri con aziende italiane e seminari sul settore del "bello e ben fatto" del made in Italy. Il terzo momento di incontro tra le due scuole di formazione manageriale avverrà a settembre, sempre in Italia, con un approfondimento per i manager cinesi sui settori dell'agroalimentare e del vino.
"Non è solo un corso - spiega Jlenia Ermacora, direttore delle Relazioni Internazionali della Fondazione Istud - ma una serie di programmi per i diversi manageriali, partendo dal top, per arrivare al middle management cinese. Le partecipazioni saranno diverse: si tratta di una vera offerta formativa in collaborazione con Tsinghua". Alla cerimonia di presentazione del programma di formazione, avvenuta presso l'Ambasciata d'Italia in Cina, erano presenti anche il direttore generale della fondazione Istud, Marella Caramazza, Di Ruipeng, assistant dean della School of Economics and Management dell'università Tsinghua, e l'ambasciatore d'Italia in Cina, Alberto Bradanini, che ha aperto i lavori con un discorso in cui ha sottolineato l'importanza della specializzazione delle competenze per le imprese italiane che intendono entrare sul mercato cinese.
Tra gli obiettivi del corso, ha spiegato Marella Caramazza, c'è quello di "sostenere le imprese italiane nella loro opera di internazionalizzazione attraverso un modello sostenibile. Questa è un'economia - ha continuato il direttore della fondazione Istud - che ha bisogno di adottare modelli di sviluppo equilibrato che tengano conto non soltanto dell'interesse dell'azionista privato o pubblico che sia, ma di tutti gli attori del processo di produzione del valore". Una parte importante del percorso concordato tra le due business school prevede l'introduzione ai partecipanti cinesi dei casi di successo imprenditoriali italiani. "L'idea è quella di uno scambio - continua Ermacora - I cinesi vengono a imparare in Italia il business model italiano e alcuni esempi di successo mi prenditoriale italiani, e allo stesso tempo i manager italiani si confrontano con i manager cinesi. Per noi è importante che ci sia questo scambio a doppio livello, dall'Italia verso la Cina e viceversa".
Cuore del programma formativo sarà il "bello e ben fatto" del made in Italy, una realtà che attrae sempre più le aziende cinesi. "Il bello e ben fatto è una delle realtà che interessa di più in Cina - conclude Ermacora - Non solo nel food, ma anche nel fashion, nel design, che sono tre ambiti di eccellenza. E non dobbiamo dimenticare la meccanica di precisione su cui stiamo cominciando a fare scambi importanti".
28 novembre 2014
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