Da Huawei a Cosco l'altra Cina in Italia
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Da Huawei a Cosco l'altra Cina in Italia

Da Huawei a Cosco l'altra Cina in Italia

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Rita Fatiguso
MILANO
I tempi cambiano in fretta e cinque anni fa un incontro tra aziende cinesi in Italia sarebbe andato deserto per un motivo molto semplice: le realtà censite si contavano sulle dita di una mano. Oggi sono un centinaio, hanno creato una loro associazione, possono raccontare le loro storie imprenditoriali. Di successo, al pari di quelle dei nostri imprenditori in Cina.
«Storie di successo cinesi in Italia», l'evento organizzato da ministero degli Esteri, Ambasciata della Repubblica popolare cinese, Fondazione Italia Cina nonchè Regione Lombardia, Promos e Camera di commercio, ha visto ieri passare in rassegna i vertici di Temax, Huawei, Cosco, Bank of China, Benelli-Qianjiang, Air China, tutti giganti dell'economia cinese che hanno ormai ben più di un piede in Italia, veri apripista di altri arrivi che, c'è da crederci, non tarderanno.
Quella cinese all'estero, infatti, è una realtà in crescita, il Governo di Pechino vuole allentare i vincoli sugli investimenti all'estero delle compagnie cinesi, è di ieri l'annuncio del portavoce del ministero del Commercio estero di Pechino Yao Jian: la Cina avrebbe deciso la misura in vista di opportunità di investimento particolarmente convenienti in settori che spaziano dall'auto all'energia.
Proprio il tessuto di piccole e medie imprese italiane, spesso «troppo piccole per affrontare la Cina, può interagire con questi colossi cinesi – ha commentato l'ambasciatore Attilio Massimo Iannucci, direttore generale del ministero degli Esteri per i Paesi dell'area asiatica – aiutando le aziende di Pechino a consolidare gli arrivi, e facendo da ponte per arrivi italiani in Cina, o alleanze su mercati terzi».
Sulla strada però ci sono ancora ostacoli all'arrivo di aziende cinesi, tra queste la vecchia spina dei visti per motivi di lavoro, tema ripreso dal sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi, che ha assicurato l'impegno del nostro Governo per una soluzione. Ma c'è anche la difficoltà di inserire l'Italia nei percorsi europei di Pechino. «Stiamo lavorando perchè la missione cinese in Europa, che avverrà nei prossimi 15 o 20 giorni, venga anche in Italia. Ma temo che sia difficile», ha detto Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia-Cina. L'ambasciatore della Repubblica Popolare cinese, Sun Yuxi, ha ricordato, tuttavia, che il presidente Hu Jintao è atteso comunque in Italia in luglio per il G-8 della Maddalena.
C'è attesa anche in vista del traguardo dell'Expo di Shanghai 2010. «La Lombardia guarda alla Cina con grande attenzione – ha ricordato il Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni – anche per consolidare con il Paese asiatico rapporti di lunga data».
rita.fatiguso@ilsole24ore.com

17/03/2009
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