D&g chiede scusa agli abitanti di Hong Kong
Pechino, 18 gen.- Hanno dovuto aspettare più di 10 giorni i cittadini di Hong Kong prima di ricevere le scuse da parte della Dolce&Gabbana. "Comprendiamo bene che ciò che si è verificato davanti alla boutique diCanton Road abbia offeso gli abitanti di Hong Kong, e per questochiediamo scusa. Siamo profondamente dispiaciuti" si legge in uncomunicato stampa diffuso mercoledì dalla casa di moda. Nelle ultimesettimane, il celebre marchio italiano è finito al centro diuna bufera dopo che un addetto alla sicurezza della boutique, situatanella strada della moda hongkonghese, ha impedito a un ragazzo difotografare la vetrina. Un divieto che, a detta dello stessouomo della security, sarebbe rivolto però solo ai cittadini dell'excolonia britannica, mentre i turisti cinesi sarebbero esenti dalla restrizione. Ai giornali locali, nei giorni successivi l'incidente, i titolari della boutique avevano spiegato che il divieto ha lo scopo di contrastare il fenomeno della contraffazione e di proteggere la proprietà intellettuale. Ma perché, allora, esentare i cittadini della Cina continentale? La società glissa sul motivo.
Non è questione di foto, ma di razzismo"; "Se Dolce&Gabbanadiscrimina gli hongkonghesi dovrebbe trasferire altrove le sueattività": la vicenda, raccontata su Facebook dalla vittima, haimmediatamente scatenato l'ira dei cittadini sia sul web che fuori.Nelle settimane scorse oltre 17mila internauti hanno espressosolidarietà per l'accaduto, mentre due weekend fa centinaia di personesi sono radunate in Canton Road per protestare contro la misura 'armati' di slogan e macchinetta fotografica.
A spalleggiare la vittima e gli indignati di Hong Kong sono arrivatianche i legislatori: "Le persone sono libere di fotografare le vetrine dei negoziper uso personale" aveva dichiarato dopo le proteste Huen Wong, expresidente della Law Society di Hong Kong. "Certo, una cosa èfotografare e un'altra è copiare. Il modo in cui il negozio espone lamerce rientra in qualche modo nella proprietà intellettuale perciò qualora qualcuno dovesse copiare violerebbe la legge".
"La politica aziendale Dolce&Gabbana accoglie i cittadinidi Hong Kong e di qualsiasi altro Paese nel mondo nel pieno rispettodelle leggi locali e dei diritti della singola persona" si legge ancoranel comunicato, il quale non ha sortito l'effetto auspicato dallacompagnia. "Se l'azienda ritiene di essere nel torto, perché non si èscusata prima?" ha detto a una televisione locale un negoziante. "Lasocietà teme solo che se le proteste continueranno, potranno danneggiare gli affari" gli fa eco un altro commerciante.
E piovono critiche anche sulla piazza virtuale di Facebook: "Non accettiamo le scuse della Dolce&Gabbana,non sono sincere. Ognuno di noi dovrebbe scrivere all'Unione europea efar presente che la casa di moda è colpevole di discriminazionerazziale" scrive un netizen. "Non hanno ammesso l'errore, non sonoscuse sincere" si legge in un altro post.
La rapida crescita del benessere e della ricchezza in Cina hafavorito lo sviluppo del segmento del lusso di Hong Kong, meta diriferimento per molti ricchi cinesi che volano nell'ex coloniabritannica per fare incetta di capi firmati. Tuttavia il trend,sostengono gli hongkonghesi, ha prodotto un'egemonia del lusso che favorisce i turisti cinesi e stranieri.
di Sonia Montrella
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