Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 21 giu. - Scende in campo anche la massima autorità di Hong Kong, nella vicenda dei librai scomparsi. Leung Chun-ying, il capo esecutivo dell'isola, ha dichiarato di avere inviato una lettera alle autorità di Pechino in cui manifesta "un alto grado di preoccupazione" sui principi che regolano il rapporto con la Cina continentale dopo le rivelazioni di uno dei librai scomparsi che ha dichiarato di essere stato sottoposto a forme di violenza psicologica da parte delle forze dell'ordine cinesi nei mesi trascorsi in regime di detenzione.
Nella lettera, lo stesso Cy Leung ha spiegato di avere toccato quattro aspetti principali della vicenda: le modalità con cui è stato trattato il caso dei librai dalle forze dell'ordine cinesi; la possibilità che i librai siano stati prelevati nell'isola; la protezione dei diritti legali dei detenuti e infine i riflessi della vicenda sul principio "un Paese, due sistemi", che regola il rapporto tra Pechino e Hong Kong. Ieri, Cy Leung aveva dichiarato che avrebbe preso provvedimenti in seguito alle dichiarazioni del libraio Lam Wing-kee a cui l'amministrazione di Hong Kong riconosce "grande importanza".
Giovedì scorso, poche ore dopo il ritorno a Hong Kong di Lam Wing-kee, scomparso otto mesi prima, il libraio aveva dichiarato in conferenza stampa di essere stato oggetto di abusi da parte delle forze dell'ordine cinesi nei mesi di detenzione. Davanti alla stampa, Lam ha poi spiegato che la decisione di parlare non è stata dettata solo da una "questione personale", ma che riguarda lo stesso status di Hong Kong. Finora gli altri tre librai tornati a Hong Kong hanno preso le distanze da Lam e uno di loro, Lee Bo, ha smentito alcune affermazioni dello stesso Lam sul suo conto. Lam, assieme ad altri quattro colleghi, lavorava per la casa editrice Mighty Current che pubblica libri di politica sgraditi a Pechino e che prendono di mira i vertici del potere in Cina: tra i libri di cui gli agenti hanno chiesto conto al libraio negli interrogatori ce ne sarebbe anche uno in cui si parla della possibilità che Xi Jinping possa cercare di rimanere al potere per venti anni in Cina, ha spiegato Lam in un'intervista al quotidiano The Guardian, ben oltre i due mandati di cinque anni ognuno in cui sono rimasti in carica gli ultimi due presidenti cinesi, Hu Jintao e Jiang Zemin.
17 GIUGNO 2016
LEGGI ANCHE
HONG KONG: PROTESTE DOPO RIVELAZIONI LIBRAIO LAM
"Pechino ha violato la legge"
@Riproduzione riservata