Pechino, 18 mag. - Che il sistema sanitario in Cina abbia molte pecche non è una novità, ma questa volta l'inadeguatezza dell'assistenza medica assume le forme di una vera e propria discriminazione. Secondo uno studio pubblicato martedì dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite (ILO), è ormai sempre più frequente che persone affette da HIV e AIDS si vedano negare cure e trattamenti generici, venendo spesso dirottate in centri specializzati in malattie infettive con il pretesto di dover tutelare gli altri pazienti o di non disporre di attrezzature adeguate. Alla radice del problema sarebbe la scarsa conoscenza della malattia accompagnata da una buona dose di paura e il timore del contagio. "La discriminazione all'interno del sistema sanitario è potenzialmente più pericolosa dell'AIDS stessa." Ha affermato Ann Herbert, direttrice dell'Ufficio dell'OIL per la Cina e la Mongolia.
E dalle ricerche condotte dall'ILO e dal Centro Nazionale per l'AIDS e la Prevenzione delle Malattie Sessualmente trasmissibili, condotte sulla base delle testimonianze rilasciate da 103 malati e 23 operatori sanitari di cinque province cinesi, è emerso che al rifiuto di operare chirurgicamente su soggetti sieropositivi si accompagna il negato intervento nelle procedure mediche più semplici come la cura delle emorroidi o la medicazione delle ferite. "Gi ospedali spesso tentano di celare le reali motivazioni della loro inadempienza, a volte invece accettano realmente pazienti sieropositivi spinti dalla speranza che una buona immagine mediatica possa dar loro qualche vantaggio economico con cui coprire le spese mediche spesso eccessive," ha spiegato Meng Lin, coordinatore della segreteria dell'Alleanza delle persone affette da HIV/AIDS. Secondo un sondaggio effettuato da Lu Fan, membro del Centro nazionale AIDS, l'organizzazione che ha aiutato l'ILO nel condurre le ricerche, il 12,1% dei sieropositivi ha sperimentato almeno una volta il rifiuto delle cure mediche. Uno degli intervistati, un contadino di Tianjin che ha preferito non rendere noto il suo nome, ha dichiarato di essere stato ripetutamente allontanato dagli ospedali di Pechino e della sua città dove si era recato per alcuni problemi alla schiena. "Un medico mi disse che intervenire chirurgicamente avrebbe potuto mettere a repentaglio la salute delle altre persone", ha affermato l'ammalato, il quale è stato più volte liquidato dalle strutture sanitarie con il pretesto di attrezzature inadeguate.
Ma la discriminazione verso i soggetti sieropositivi non è soltanto una prerogativa degli ospedali. L'uomo ha infatti dichiarato di aver perso il proprio impiego in una ditta di acciaio dopo che sul posto di lavoro si fu diffusa la notizia del suo stato di salute. "Ho messo da parte una dose di sonniferi a cui ricorrere quando non sarò più in grado di sopportare questa discriminazione," ha concluso l'intervistato con parole di disperazione. Una storia analoga quella di un altro paziente sieropositivo nativo della provincia dell'Hebei che ha raccontato di essere stato scaricato dall'equipe ospedaliera dopo aver contratto la malattia durante una trasfusione di sangue. "Negli ospedali di campagna la presenza di un soggetto sieropositivo tiene lontani gli altri pazienti; per noi è una perdita economica non indifferente", si sono giustificati i medici inadempienti.
Ma la legge come tutela i soggetti discriminati? Wang Ning, direttore del centro nazionale per l'AIDS, ha affermato che i pazienti ai quali vengono negate le cure hanno il diritto di presentare una lettera di reclamo all'amministrazione sanitaria locale; una pratica, questa, che di fatto non viene mai avviata per timore di ulteriori discriminazioni sociali. E sebbene esista un centro specializzato per le persone sieropositive, la ridotta capacità e la scarsa qualità dei servizi forniti lo rendono inadeguato per poter risolvere il problema alla radice. "Il fenomeno della discriminazione nei confronti dei soggetti affetti da HIV è una realtà propria di molti paesi dell'area Asia-Pacifico", ha affermato Richard Howard, consulente regionale dell'ILO.
Risale al 2005 il primo regolamento introdotto dal governo cinese con lo scopo di assicurare l'assistenza sanitaria alle persone malate di AIDS, mentre lo scorso anno il Consiglio di Stato è intervenuto nuovamente per cercare di combattere il fenomeno della discriminazione. Le allarmanti statistiche del ministero della Salute hanno dimostrato che, soltanto nel mese di aprile, sono state ben 932 le persone stroncate dall'AIDS, mentre gli ultimi dati rilasciati dal ministero e dall'Organizzazione Mondiale sanitaria hanno segnalato nel 2009 la presenza di 740mila soggetti sieropositivi e di 105mila malati di AIDS.
di Alessandra Colarizi
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