CRISI, FORCHIELLI: "CINESI AGGUERRITI"
Milano, 11 nov. - AgiChina24 ha intervistato Alberto Forchielli, presidente di Osservatorio Asia e managing partner del Fondo Mandarin, a margine dell'8° convegno annuale di Osservatorio Asia dal titolo "Terra e acqua. La risposta asiatica alla scarsità", svoltosi a Milano il 10 novembre 2011.
Nelle ultime settimane si è parlato molto del possibile aiuto della Cina nella crisi del debito europeo. Come ha sottolineato anche Stefano Lepri su La Stampa, l'EFSF - il fondo di salvataggio europeo – non ha ricevuto dagli Stati risorse sufficienti per salvare l'Italia . Il FMI dovrebbe essere rafforzato con nuove quote dai paesi emergenti, tra cui la Cina. "Basta il buon senso a far ritenere impraticabile il consenso della Cina, quali vantaggi concreti ricaverebbe il governo cinese da una sorta di egemonia finanziaria sull'Italia?", si chiede Lepri. La sua risposta?
In questo momento investire in bond italiani e investire nell'euro è la stessa cosa. Italia e Europa agli occhi dei cinesi si equivalgono. Per la Cina i vantaggi concreti sarebbero diversi: tenere basso il valore del Renminbi; conquistare un'importante fetta dell'opinione pubblica – elemento rilevante dal momento che le politiche sul soft power sono state fallimentari, basti pensare al progetto dell' Istituto Confucio che è in via di ridimensionamento - .
Quindi vantaggi non solo di natura economica…
I vantaggi sarebbero non indifferenti anche a livello geopolitico, perché un eventuale smembramento dell'Eurozona andrebbe a creare per la Cina uno scenario di mondo bipolare che Pechino vuole assolutamente evitare, per arginare sia contrapposizioni che responsabilità .
Qual è il problema che maggiormente assilla la leadership cinese?
Il problema della Cina in questo momento è che l'opinione pubblica è fortemente contraria a un'ipotetica azione di salvataggio. Sono numerosi i casi in cui gli investimenti cinesi all'estero sono andati male, per cui l'atteggiamento dei cittadini cinesi è duplice: (1) basta sprecare risorse in investimenti sbagliati: con 200 milioni di cinesi sotto la soglia della povertà, perché i governanti – si chiede l'opinione pubblica - continuano a sprecare risorse all'estero perdendo i nostri soldi?; (2) Perché spendere 100 miliardi di euro per salvare l'Europa anziché reindirizzarli verso la campagna cinese che tanto ha bisogno di investimenti, sussidi e incentivi? L'Occidente ha chiesto alla Cina di aprirsi, e la Cina si è aperta: oggi 450 milioni di cinesi sui microblog dicono la loro, e questa è anche l'altra faccia della democrazia. Non possiamo quindi sorprenderci che centinaia di milioni di cinesi appena usciti da una povertà assoluta possano avere qualche riserva nel donare o nel rischiare risorse per salvare paesi ben più ricchi di loro, che hanno il grande difetto di non aver risparmiato e di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità.
Nel suo intervento introduttivo all'8° convegno annuale di Osservatorio Asia, ha dichiarato: "La Cina aspetterà che la situazione italiana si assesti, e poi investirà un po' meno dei tedeschi ". Quale sarà la mossa del Dragone? Contribuirà con una quota al Fondo Monetario Internazionale?
Si, l'ideale per la Cina è passare attraverso il FMI perché vorrebbe avere la doppia garanzia del fondo: degli europei – giustamente - non si fida. Inutile dire che non possiamo chiedere ai cinesi di spendere più dei tedeschi; per questo motivo, ritengo che Pechino studierà la mossa dei tedeschi e farà in modo di investire una quota lievemente inferiore alla loro.
Le dimissioni annunciate del premier Silvio Berlusconi rassicurano Pechino?
L'uscita del premier Silvio Berlusconi aiuta perché politicamente sarebbe stato impossibile per Pechino salvare un governo presieduto da un leader politico che in Cina non è amato.
di Alessandra Spalletta
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