Crisi europea nell'agenda del summit Cina-Ue

Crisi europea nell'agenda  del summit Cina-Ue

di Sonia Montrella


Roma, 13 feb.- Per la Cina la questione del debito europeo ha raggiunto un punto cruciale. A poche ore dal summit economico sino-europeo, che aprirà il lavori domani nella capitale cinese, Pechino si dice preoccupata per la situazione finanziaria ed economica nei Paesi dell'Eurozona. D'altronde a lanciare l'allerta era già stato il Fondo Monetario Internazionale che all'inizio del mese aveva preannunciato  ripercussioni della crisi europea sull'economia della Cina entro la metà del 2012, cui Pechino avrebbe dovuto farsi trovare preparata con una serie di pacchetti stimolo. "Come principale partner commerciale, riteniamo che sia importante per l'Europa risolvere i problemi scaturiti dalla crisi del debito. E per farlo bisognerà che, oltre ad alcune misure contingenti, siano attuate delle riforme ad ampio raggio" ha riferito nel corso di una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri Liu Weimin, il quale ha poi aggiunto che "la Cina è molto preoccupata".

 

E sarà proprio il debito, come era prevedibile, in cima all'agenda del summit che vedrà nei prossimi due giorni il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso e il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy incontrare il presidente cinese Hu Jintao e il premier Wen Jiabao. I leader, ha spiegato Liu, "discuteranno di una possibile collaborazione tra i due Paesi al fine di stimolare entrambe le economie e rafforzare la partnership". In altre parole, sostengono molti osservatori, i leader di Bruxelles voleranno in Cina per persuadere Pechino ad aiutare i Paesi del Vecchio Continente piegati dalla crisi. Una missione su cui potrebbero pesare le ultime vicende  greche: proprio ieri i legislatori di Atene hanno concordato un piano austerity che, se da un lato ha incontrato il favore dei mercati, dall'altro ha prodotto caos e scontri nelle strade tra manifestanti e  poliziotti.

 

Basterà a incoraggiare il Dragone? Per Lou Jiwei, il presidente del China Investment Corporation, il fondo sovrano cinese da 410 miliardi di dollari, l'ipotesi di un intervento cinese in Europa è ancora lontana. In un'intervista rilasciata oggi all'agenzia Dow Jones, Lou ha riferito che nel corso della sua recente visita in Cina, il cancelliere tedesco Angela Merkel aveva chiesto agli investitori cinesi di acquistare debito italiano e spagnolo. Tuttavia bisognerà attendere che questi due Paesi attuino maggiori riforme prima che la Cina possa prendere in considerazione l'idea di realizzare degli investimenti, ha precisato Lou. "L'Italia e la Spagna sperano che il Cic aumenterà i suoi acquisti di titoli del debito pubblico, ma le politiche di bilancio e sul lavoro di questi Paesi sono in pieno sconvolgimento. Ci conviene dunque essere prudenti". Lou ha aperto però su possibili investimenti in infrastrutture e industria, dove i progetti possono contribuire alla ripresa economica. 

 

Intanto, sempre alla vigilia del summit, il People's Daily, megafono del PCC, apre con un lungo editoriale proprio sul ruolo di Pechino sullo sfondo incerto delle dinamiche europee. Un punto di vista che va a puntellare le parole di Lou Jiwei: "La Cina non ha alcuna intenzione di comprare l'Europa indebitata, al contrario ha fiducia nella sua ripresa" scrive il direttore dell'Istituto di Studi europei dell'Istituto cinese di relazioni internazionali contemporanee Feng Zhongping, riprendendo le parole pronunciate qualche settimana fa dal premier Wen Jiabao. La posizione del Dragone non cambia: la Cina potrebbe intervenire, ma a tempo debito. Lo stesso Wen al termine dell'incontro con il Cancelliere tedesco Angela Merkel aveva dichiarato che "la Cina sta considerando un maggiore coinvolgimento nel Meccanismo Europeo di Stabilità e nel Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria, ma le ipotesi su come dare ulteriore sostegno sono ancora allo studio". E sul People's Daily Feng ha puntualizzato: "Qualsiasi aiuto da parte cinese avrà esclusivamente scopi economici e verrà realizzato attraverso il Fondo Monetario Internazionale o il fondo salvastati". "Non siamo di fronte a uno di quei casi in cui i ricchi salvano i poveri" ha concluso Feng.



ARTICOLI CORRELATI:
MERKEL RASSICURA PECHINO SU CRISI EUROPEA
WEN: "MAGGIORE IMPEGNO NEI FONDI EUROPEI"

 

© Riproduzione riservata