Cresce del 70% tasso malformazioni neonatali

di Sonia Montrella
Roma, 28 feb.- Ogni 30 secondi in Cina nasce un bambino affetto da malformazioni. Tra i problemi più comuni, i difetti del tubo neurale, i disturbi cardiaci, il labbro leporino, l'idrocefalo e l'anemia mediterranea. Di questi bambini, sostengono gli esperti, il 30% può essere curato, il 40 dovrà convivere con il disturbo, mentre gli altri moriranno entro il primo anno di vita.
I dati allarmanti, rilasciati dal ministero della Salute cinese, piazzano la seconda potenza economica al mondo tra i Paesi con la più alta percentuale di neonati con difetti congeniti. Secondo le stime del ministero, tra il 1996 e il 2010 il tasso di malformazioni fetale è aumentato di oltre il 70%, passando da 87,7 a 149,9 casi ogni 10mila. "Ogni anno nel Paese nascono da 800mila a 1,2 milioni neonati con difetti congeniti" ha spiegato il vice ministro della Salute Liu Qian nel corso di una recente conferenza stampa. "Oltre 30mila famiglie cinesi hanno avuto almeno un bambino affetto da disturbi più o meno gravi" ha aggiunto Liu. In pratica in Cina le nascite con malformazioni si aggirano attorno al 4-6% del totale; cifre, queste, ancora più preoccupanti se confrontate con lo 0,68% degli Stati Uniti.
Altissima anche la percentuale di mortalità infantile e materna, che lo scorso anno si è attestata rispettivamente a 15,6 su 1.000 e 26,1 su 100mila casi. In ascesa anche l'insorgenza di cancro alla cervice con 132mila e 126mila nuovi casi all'anno.
Per gli esperti le cause di un così alto tasso di mortalità e disturbi congeniti neonatali va ricondotto a una serie di fattori quali: l'inquinamento ambientale; uno stile di vita sempre meno salutare; un'insufficiente, quando non assente, assunzione di acido folico e una scarsa consapevolezza delle conseguenze. Al quadro vanno aggiunti poi altri fattori esterni, quali l'impossibilità per una famiglia di sostenere le spese delle cure mediche di cui ha bisogno il bambino. O semplicemente un sistema sanitario che presenta non poche falle soprattutto nel settore pediatrico.
In risposta a questa emergenza, il governo ha approvato una serie di misure per ridurre le cause, distribuendo ad esempio acido folico nelle zone rurali per combattere i disturbi neurali e la spina bifida. "Le madri cinesi ne assumono pochissimo nel corso della gravidanza" sostiene Zheng Xiaoying, direttore dell'Istituto per le ricerche sulla popolazione dell'Università di Pechino. Lo dimostrano i numeri secondo cui in Cina una donna su tre registra gravi carenze di acido folico. Il fenomeno, poi, è particolarmente evidente in alcune province come lo Shanxi, dove in inverno la popolazione assume pochi vegetali freschi optando per patate e cavolo cinese. E proprio li, nella regione del Lujiang, il tasso di insorgenza è 20 volte superiore alla media mondiale.
L'anno scorso, Pechino ha approvato un piano decennale volto alla salvaguardia della salute di mamme e bambini. Tra gli obiettivi del programma, quello di portare entro il 2015 la mortalità materna a 22 su 100mila casi e quella infantile fino ai 5 anni di età a 12 su 1000. A livello locale, invece – ha assicurato la scorsa settimana il ministro della Salute Chen Zhu – le amministrazioni fanno molto per incoraggiare i controlli medici prima del matrimonio che dal 2003 non sono più obbligatori. In particolare, da quando le autorità locali hanno iniziato a offrire checkup gratis, la percentuale di giovani coppie che si sottopongono agli esami è salita nel 2010 al 31% contro il 2,9% del 2005.
Ma se per evitare alcuni fattori scatenanti basterebbe una maggiore prevenzione, per altri la soluzione è di gran lunga meno semplice. Secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori del Jiangsu, l'inquinamento ambientale incide su circa un decimo delle malattie congenite. Un dato che non stupisce se si considera che a Pechino - secondo i dati del centro di monitoraggio dell'ambasciata Usa - in una giornata soleggiata e un po' ventosa, il livello delle polveri sottili si aggira attorno allo 0,018. Il che, nella scala dei rischi dell'inquinamento, equivale a un "pericolo moderato" che trova nei bambini, anziani e nelle persone con problemi respiratori i soggetti più a rischio. Tuttavia nella capitale cinese, così come nel resto del Paese, i cieli azzurri sono sempre più rari e nelle giornate grigie il livello di PM2,5 supera lo 0,5mg per metro cubo, con un pericolo per l'intera popolazione. E a poco servono quelle mascherine anti-smog dietro cui si barricano i pechinesi.
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