Shanghai, 04 mag. - Se si chiede ad un funzionario del governo di Ordos com'è il modello di sviluppo della città, con molte probabilità si ottiene una di queste due risposte: "È legato alle risorse naturali, ma non dipende da esse", oppure "Numerose altre città vantano condizioni e infrastrutture più vantaggiose rispetto a quelle di Ordos, perché mai interessarsi a noi?". Qui, che si tratti di finanze pubbliche o ricchezza privata, tutto è centrato sul benessere portato dal carbone; quindi, nel prossimo futuro, è importante rispondere a queste due domande: come dovrà essere incanalata questa ricchezza? Quale è la strada che Ordos deve imboccare per mantenere il proprio sviluppo? "Per prima cosa ci siamo concentrati sulla produzione di energia a partire dal carbone" afferma Zhangzhanlin, vice responsabile per la Commissione per lo Sviluppo e le Riforme della città di Ordos. Il sistema dei trasporti di Ordos non è comodo: l'arteria ferroviaria principale è la linea di Baolan, tuttavia non tutto il carbone può transitare per quello svincolo a causa di due diverse ragioni, una di natura logistica (congestionamento del traffico merci) e un'altra di natura economica (prezzo del trasporto troppo elevato). Il carbone appena uscito dalla bocca delle miniere costa 200 yuan a tonnellata; ma il CIF (Cost, Insurance and Freight) fino a Qinhuangdao, raggiunge già i 6-700 yuan. Alcune ricerche hanno addirittura messo in evidenza che a volte, nella provincia dello Henan, il prezzo del carbone schizza da 40 a 700 yuan. Il trasporto è sempre stato il 'collo di bottiglia' per la crescita della città di Ordos. Proprio a causa di questa 'strozzatura' naturale, gli abitanti hanno escogitato diverse modalità di sviluppo: tra queste la prima è la produzione di energia elettrica. Nel corso degli anni '90, è nata così la centrale elettrica termica di Dalate che, con una capacità di 10,7milioni di watt, è ancora oggi la più grande centrale termica di tutta l'Asia. Tuttavia, le potenzialità di questa grande centrale sono altamente penalizzate: il sistema elettrico è arretrato e la rete non è capillare, pertanto ogni anno la città di Ordos produce solamente 3 milioni di watt di energia, appena il 30% della capacità effettiva. Il carbone è la risorsa principale dell'intera regione e per questo rappresenta anche il punto di partenza del modello industriale: "Speriamo che la catena produttiva del carbone continui a crescere senza interruzione, che il valore aggiunto delle lavorazioni aumenti progressivamente come naturale conseguenza; non dobbiamo limitarci alle materie prime, bensì fare in modo che l'economia fiorisca grazie al passaggio da esportatori di materie prime a esportatori di beni a 'valore aggiunto'" afferma Zhangzhanlin, sicuro che questa sia la prima direzione della transizione, di quello shift economico che Ordos deve compiere. Sembra che la città e la sua classe industriale abbiano compreso l'importanza di tale transizione: attualmente, infatti, sono già state introdotte le catene produttive per il methanol e il dimethyl ether, sostanze molto richieste dalle industrie chimiche. Il costo di una tonnellata di methanol è di 3000 yuan; poiché il suo costo di produzione si aggira attorno ai 2200 yuan, il commercio di questa sostanza permette di realizzare profitti maggiori rispetto a quelli derivanti dalla mera vendita del carbone grezzo. "Adesso ci auguriamo di ampliare ulteriormente la catena produttiva della coal-chemical industry, e attirare progetti per la produzione di olefin sempre a partire dal carbone" confida Zhangzhanlin al settimanale Sanlian Shenghuo Zhoukan. "Inoltre, l'olefin può essere utilizzato direttamente per la produzione di plastica e prodotti di uso quotidiano". Mettendosi nei panni del governo, è semplice capire perché si dimostri tanto sostegno alle imprese che promuovono il cambiamento del modello economico: ogni progresso nella catena di produzione corrisponde ad un maggiore valore aggiunto del prodotto e quindi alla possibilità di imporvi una maggiore tassazione. Un altro progetto su cui si ripongono molte speranze è la produzione di petrolio. Su questo fronte, tra i progetti in cantiere, ci sono quello (internazionale) del Shenghua Group (catena produttiva diretta per petrolio liquido dalla capacità di 500mila tonnellate) e quello (nazionale) di Yitai Group (catena produttiva indiretta per petrolio liquido per 48mila tonnellate). Nel 2009 la quantità totale di petrolio importata dalla Cina è stata pari a 202milioni di tonnellate (52% del fabbisogno totale). Se il 'cuore di carbone' di Ordos potrà in futuro alimentare il Dragone, molto dipende dagli investimenti, dallo sviluppo e dal successo di questi progetti per la produzione di benzina a partire dal carbone. Nei pressi di Yijinhuoluoqi il futuro è già presente: Shenghua Group ha già completato una linea di produzione carbone-petrolio con capacità 1milione e ottanta mila tonnellate. La tecnica utilizzata consiste nella liquefazione diretta del carbone attraverso il processo chimico della 'schizolysis' (alta pressione + alta temperatura + idrogeno): da 3 tonnellate di carbone, con l'aggiunta di 10 tonnellate di acqua, si può ottenere 1 tonnellata di petrolio. In una Cina sempre più attiva nella lotta al cambiamento climatico, il caso di Yijinhuoluoqi rappresenta uno dei più grandi e felici esempi di 'Carbon Capture and Storage'. Un'altra eccellenza è rappresentata dalla linea di produzione indiretta carbone-petrolio dalla capacità di 180mila tonnellate realizzata da Yitai Group. E se queste tecniche sembrano assai complicate, il riscontro da parte delle aziende è stato immediato e diretto. Wangliming – vice presidente della Commissione per l'Economia e il Commercio della città di Ordos – interrogato dal Sanlian Shenghuo Zhoukan sugli investimenti produttivi in questo settore, ha spiegato: "Secondo le previsioni di diversi analisti, quando il prezzo internazionale del petrolio greggio supera il valore di 35 dollari al barile, conviene estrarre petrolio dal carbone". Ma la poliedricità del carbone non si esaurisce a questi progetti. Dall'anno scorso infatti, nell'area di Ordos, si investe nella trasformazione del carbone in gas naturale. La Commissione Nazionale per lo Sviluppo e la Riforme ha approvato il progetto di Huineng Group che, a regime, prevede la produzione di 1,6miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno. Il sito prescelto è Yijinhuoluoqi, nella periferia del deserto del Maowusu e l'investimento supererà gli 8,8 miliardi di yuan. Un altro tipo di industria che ha recentemente messo radici nei pressi di Ordos è quella per la riparazione dei macchinari utilizzati nella lavorazione del carbone. Su Rui, del Dipartimento di Propaganda, ha riferito ai microfoni del Sanlian Shenghuo Zhoukan : "Una volta Ordos non disponeva di alcuna industria 'Equipment Manifacture'. Se un'attrezzatura si guastava doveva essere trasportata altrove per essere riparata. Anche se il livello tecnologico di questo segmento industriale non è particolarmente elevato, l'Equipment Manufacture rappresenta un ulteriore evoluzione dell'economia di Ordos". Infine, a fianco delle diverse declinazioni industriali che hanno come origine il carbone, ad Ordos si sta sviluppando anche l'industria automobilistica. "Nelle zone delle miniere di carbone ogni anno si acquistano 20mila camion, perché non produrli in zona" spiega un abitante del luogo, impiegato nel settore. Il Hawtai (HT) Group e lo Hexing Group (in collaborazione con il Zhejiang Jinggong Group) sono gli apripista/ i pionieri di questo settore. In dettaglio, il HT Group già da tempo sta portando avanti un progetto in due fasi: la seconda, cominciata nell'agosto del 2006, prevede un investimento di 7miliardi di yuan, e la produzione di 500mila nuovi bus, 25mila nuove auto per un fatturato annuale di 50,5miliardi di yuan, entrate fiscali superiori ai 7miliardi di yuan e la possibilità di creare oltre 7mila nuovi posti di lavoro. Il progetto di collaborazione tra Hengxin e Zhejiang Jinggong dovrebbe invece partire quest'anno; in questo caso si parla di una produzione di 10mila camion all'anno. Vale la pena di sottolineare che all'attrazione degli investimenti corrisponde lo scambio delle risorse. Secondo i regolamenti della regione autonoma, i grandi progetti provenienti 'dall'esterno' ricevono in cambio un quantità di risorse naturali: per ogni 200mila yuan investiti si hanno in cambio 100milioni di tonnellate di carbone. Questa formula costituisce un forte incentivo per gli investitori. Facendo un veloce calcolo: se 100milioni di tonnellate di carbone rendono al 75%, si possono ottenere 75milioni di tonnellate di carbone; considerando poi che il prezzo del carbone grezzo si aggira sui 200 yuan a tonnellata, si può stimare – senza esagerazione alcuna – una rendita 'gratuita' pari a 150miliardi di yuan. Tuttavia in futuro le condizioni per gli investitori 'stranieri' saranno più rigide. Il primo paletto alla loro entrata sarà la dimensione della miniera (quest'ultima dovrà raggiungere una produzione pari ai 3milioni di tonnellate all'esterno e l'1,2 milioni di tonnellate all'interno); un secondo sarà l'utilità del progetto nei confronti dello sviluppo dell'industria locale (ad esempio, il 50% del carbone estratto dovrà essere trasformato in loco). "Possiamo aprire da soli una semplice miniera": questa è l'opinione generalizzata, comune alle autorità e agli abitanti locali, che vedono nell'investimento straniero il volano per il potenziamento della coal chemical industry.Coal Chemical Industry e Equipment Manufacture: queste sono già due direzioni di sviluppo che emancipano Ordos, città che – come si sottolineava in apertura – non deve rimanere vittima della "maledizione delle risorse".Nella struttura del Pil di Ordos, la produzione di carbone grezzo contribuisce per il 48%; mentre l'insieme delle industrie che producono elettricità, petrolio e prodotti chimici si attestano attorno al 10%. Da questi dati si percepisce che Ordos non ha soltanto un 'cuore', ma anche 'piedi di carbone'. Se tutti i progetti che sono ora in cantiere saranno realizzati con successo, l'industria estrattiva e quella di trasformazione raggiungerebbero un rapporto di parità; così facendo Ordos potrebbe diversificare la propria base economica e realizzare quello shift economico di cui da tempo si parla in Cina. Nel 2009 Ordos ha ricevuto investimenti in immobilizzazioni per un totale di 156miliardi di yuan; nel 2008 erano stati oltre 100 e nel 2007 80, rappresentanti in ciascuno dei tre anni circa il 70% del Pil. Oltre al carbone, sembra proprio che ad Ordos siano nascosti anche oro e argento: per l'output è solo questione di tempo!
di Giulia Ziggiotti