Corre l'inflazione cinese
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Corre l'inflazione cinese

Corre l'inflazione cinese

Pechino. In luglio sale ancora e raggiunge il 6,5%
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TOKYO. Dal nostro inviato
Una inattesa accelerazione dell'inflazione in Cina, coniugata a un leggero rallentamento della crescita della produzione industriale e delle vendite al dettaglio, ha evidenziato ieri il dilemma che le autorità di Pechino si trovano a fronteggiare: come continuare a combattere le fiammate dei prezzi senza rischiare di pigiare troppo il freno su una economia che già rischia più forti venti contrari provenienti dall'esterno. Guidato dal balzo dei prezzi dei generi alimentari (+14,8%), il tasso annuale di inflaizone a luglio è salito al 6,5% - rispetto al 6,4% di giugno - ossia al livello massimo da oltre tre anni.
Nella mattinata di ieri, mentre le Borse asiatiche crollavano, molti investitori speravano in una schiarita proprio dal dato cinese sui prezzi, che invece ha rilanciato i timori che, in caso di una nuova recessione globale, Pechino non potrà permettersi di varare - come nella precedente occasione - un'ampia manovra di stimolo della sua economia in grado di offrire supporto a più ampio raggio. Il dato, secondo quanto osservato da vari economisti, in un altro contesto avrebbe spronato la banca centrale a un nuovo giro di vite sui tassi (già effettuato 3 volte quest'anno); ma le turbolenze finanziarie attuali fanno pensare quantomeno a un rinvio di ogni ulteriore mossa di raffreddamento.
È già risultata inferiore alle attese la crescita della produzione industriale, pur robusta al 14% dopo il 15,1% di giugno; identica tendenza (inferiore alle aspettative e al dato precente, ma solida) sia per le vendite al dettaglio (+17,6% annuale) sia per gli investimenti in aree urbane (+25,4 per cento). «Sono segnali che la crescita va verso un rallentamento, che dovrebbe continuare nei prossimi mesi in presenza di un indebolimento della domanda esterna», ha osservato Ken Peg, senior economist di Bnp Paribas, secondo cui l'inflazione potrebbe aver toccato il picco il mese scorso, il che consentirebbe alla banca centrale una politica meno restrittiva.
Lo stesso premier Wen Jiabao è sembrato ieri ammorbidire i toni sulla lotta all'inflazione - che pure ha superato ampiamente il target ufficiale del 4% - evitando il refrain secondo cui si tratta di una priorità: Wen ha sottolineato che le politiche economiche hanno dato risultati positivi nel bilanciamento tra i rischi sulla crescita e quelli sui prezzi.
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10/08/2011
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