COOPERAZIONE INDUSTRIALE CON ITALIA OPPORTUNITA' SENZA PRECEDENTI

Roma, 2 lug.- L'Italia soprattutto negli ultimi tempi è diventato uno dei primi paesi di destinazione per gli investimenti cinesi, sebbene i rapporti economici tra Italia e Cina siano discontinui. Tuttavia, l'investimento cinese resta molto al di sotto delle potenzialità che il nostro sistema può offrire ai capitali cinesi ed è necessaria una più attenta e focalizzata politica di attrazione. E' il quadro tracciato dal convegno “La cooperazione finanziaria italo-cinese ai fini dell'internazionalizzazione” organizzato con l'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese e la SACE.

 

Ed è proprio la rappresentanza cinese a Roma a definire, in una nota, la cooperazione italo-cinese come "un'opportunità snza precedenti". "L'economia cinese - si legge nel comunicato - si trova in un momento chiave di trasformazione e ascesa di livello, mentre l'economia italiana si incammina sulla strada della ripresa: la cooperazione industriale sino-italiana si trova di fronte un'opportunità senza precedenti. L'Italia è il punto d'arrivo dell'antica Via della Seta, e il punto d'incontro della “Striscia economica della Via della Seta” e della “Via della Seta marittima del ventunesimo secolo”: le due parti devono sviluppare in pieno la loro cooperazione in ambiti quali la produzione ad alto livello, il risparmio energetico e la tutela dell'ambiente, la moda e il design, l'agricoltura moderna, combinando il costo vantaggioso della produzione cinese e l'alta tecnologia italiana con le opportunità offerte dalla domanda dei vasti mercati dei paesi situati lungo il perimetro di “una Striscia e una Via”, rafforzando ulteriormente la cooperazione industriale, sviluppando in comune mercati terzi e realizzando la complementarietà e il guadagno reciproco a un livello ancora più alto".

E non è solo l'Italia a puntare a un incremento della cooperazione nei settori commerciale, economici e industriale con Pechino. "Al momento attuale l'economia mondiale si trova in una fase di riaggiustamento profondo, e la ripresa è costellata di ostacoli e difficoltà. I paesi in via di sviluppo intensificano i processi di industrializzazione e urbanizzazione, mentre i paesi sviluppati insistono sulla ritorno alle industrie". In questo scenario,per fronteggiare la pressione al ribasso sulle proprie economie, "tutti i paesi devono sviluppare una forte complementarietà. Promuovere la cooperazione industriale internazionale è un buon modo per favorire lo sviluppo economico e rispondere a questo calo di pressione".

Cosa mette Pechino sul piatto? "La cooperazione industriale che la Cina offre all'estero non consiste semplicemente nel vendere all'estero prodotti finiti, ma nell'offrire un intero apparato produttivo a quei paesi che ne hanno bisogno, contribuendo all'edificazione e al perfezionamento dei sistemi industriali e della capacità produttiva dei paesi coinvolti, in uno spirito di reciproco guadagno. Nocciolo della cooperazione industriale internazionale è il superamento dei rapporti commerciali semplici: gli scambi commerciali di prodotti finiti vanno promossi alla cooperazione in ambito internazionale dell'industria e delle capacità produttive".

L'impulso dato dalla Cina alla cooperazione industriale internazionale in linea con le tendenze dello sviluppo verso la globalizzazione dell'economia – si legge ancora nel comunicato - è un fatto vantaggioso non soltanto per la Cina, ma anche per tutto il mondo. "In primis, esso aiuterà a ridestare le forze motrici della crescita economica mondiale, promuovendo le connettività tra i vari paesi, favorendo l'apertura, frenando il protezionismo. In secondo luogo, esso aiuterà ad accelerare il processo di industrializzazione: sia i paesi sviluppati sia quelli in via di sviluppo hanno in genere uno stringente bisogno di capitali, strumenti e tecnologie straniere. Siamo disposti a condividere con tutti i paesi le opportunità di sviluppo offerte da capitali, strumenti e tecnologie cinesi. Terzo, aiuterà la trasformazione e la crescita di livello dell'economia mondiale. Numerosi paesi in via di sviluppo non sono disposti a non andare oltre il ruolo di “fornitore mondiale” di prodotti primari; la stessa Cina ha bisogno che le sue capacità produttive operino una svolta verso quelle intelligenti. La cooperazione industriale è la strada maestra da percorre per favorire un aggiornamento dell'industria dei vari paesi, favorendo la differenziazione industriale a livello globale e il perfezionamento della catena produttiva".

Sul piano pratico, Pechino desidera "stabilire rapporti di partenariato con un numero sempre maggiore di paesi in via di sviluppo e invitare i paesi sviluppati a prendervi parte. Dal punto di vista del livello tecnologico e della divisione internazionale del lavoro, i settori industriali dei paesi sviluppati si trovano nel complesso ad un livello medio-alto, mentre la Cina e i paesi in via di sviluppo si collocano ad un livello medio-basso: la cooperazione a tre possiede un fondamento oggettivo e delle buone prospettive. Lo sviluppo della cooperazione a tre gioverà al passaggio dell'economia dei paesi in via di sviluppo da un livello medio-basso a uno medio-alto, rendendo realizzabile il guadagno reciproco delle tre parti secondo la legge del trasferimento internazionale del lavoro industriale".


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2 luglio 2015


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