I costruttori cinesi di navi stanno assistendo a una diminuzione costante delle ordinazioni, in particolare nel settore delle navi porta-container. Secondo il ministero dell'Industria dall'ottobre 2008 al febbraio di quest'anno sono 110 gli ordini per la costruzione di nuove navi ad essere stati cancellati, per un totale di 274 milioni di tonnellate di carico in meno. Il calo del settore, neanche a dirlo, ha avuto inizio alle prime avvisaglie della crisi globale nella seconda metà del 2008: il Baltic Dry Index - l'indicatore che misura i ritmi di carico e traffico dell'industria dei trasporti via mare- ha raggiunto i minimi storici nel dicembre scorso, registrando un calo del 94% e segnando così il peggior risultato dal 1986. Un recente rapporto della banca d'investimenti China International Capital Corp prevede che il settore rimarrà incerto per i prossimi due anni. "Le più colpite dalla situazione sono le grosse navi da carico – spiega Zhang Jing, analista della CICC- che trasportano in special modo commodities come carbone, grano o acciaio grezzo". La China Cosco Holdings Co., la più grande compagnia mondiale di navi da carico, ha ventilato nel suo rapporto annuale la possibilità di cancellare diversi ordini per fare fronte alla pressione finanziaria: secondo gli standard di contabilità di Hong Kong il colosso del trasporto via mare ha assistito nel 2008 a un calo dei profitti netti del 40.4%, dovuto in massima parte alla riduzione del traffico dei container, e, secondo diversi analisti, potrebbe fronteggiare un ulteriore calo del 50% dei profitti nel primo semestre di quest'anno. Un'ipotesi che potrebbe essere confermata dai dati che arrivano dai porti merci cinesi: nei mesi di gennaio e febbraio 2009 i terminal di Hong Kong hanno registrato un calo del 22% dei container spediti, mentre Shenzhen Est ha fatto sensibilmente meglio (-9%) solo perché l'anno precedente aveva già registrato un -9%. Male anche Shenzhen Ovest (che in gennaio/febbraio totalizza un -22% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) e Shanghai (che si attesta al -18%).