Pechino, 11 mag.- La Repubblica Democratica del Congo tenta di bloccare la Cina nell'acquisizione di una delle risorse che più le stanno a cuore: il rame. Il ministero delle Risorse Minerarie della nazione africana ha dichiarato che l'acquisto della Platmin Congo da parte di Zijin Mining Group e del fondo sostenuto dal governo di Pechino CAD Fund – un affare da 284 milioni di dollari- "non è stato condotto in ottemperanza alle norme vigenti, ed è pertanto privo di efficacia secondo le leggi della Repubblica Democratica del Congo". Il 7 maggio scorso Zijin Mining Group, il primo produttore di oro cinese, aveva dichiarato di essere pronto all'acquisto del 60% di Platmin Congo, e che il contratto sarebbe stato firmato il 10 giugno prossimo. Il ministro congolese Alexis Mikandji Penge non ha diffuso altri particolari sulle presunte norme violate, ma si tratta di uno dei primi casi di resistenza alla penetrazione cinese in Africa. Il Dragone, com'è noto, sta conducendo da anni una sistematica caccia alle risorse del Continente Nero, spesso con l'aperta approvazione dei governanti africani; da qualche tempo, però, le voci critiche sembrano aumentate: "Una percentuale straordinariamente bassa della ricchezza prodotta dalla Cina in Africa rimane effettivamente nei nostri paesi - ha detto ad AgiChina24 un funzionario di un paese nordafricano che preferisce rimanere anonimo - perché, ad esempio, la maggior parte degli insediamenti degli operai cinesi sono mondi autosufficienti che rispediscono in rimesse verso la Cina tutto ciò che viene guadagnato". Il rame rappresenta una delle commodities di cui Pechino ha maggiormente bisogno per sostenere la propria crescita, in quanto viene impiegato per le costruzioni, le attività industriali e la creazione di infrastrutture per l'energia. Secondo le previsioni della World Copper Conference, il vertice mondiale degli esperti dell'industria del rame, in corso qualche settimana fa a Santiago del Cile, il consumo globale di rame crescerà del 5.4% nel 2010, sull'onda di un ulteriore aumento degli acquisti cinesi. Leonardo Suarez, chief economist della società cilena di brokerage Larrain Vial, ha sottolineato che nel 2009, mentre la domanda mondiale diminuiva del 29% a causa della crisi finanziaria globale, quella cinese è aumentata del 38%.