Pechino, 10 set.- L'ufficio Informazioni del Consiglio di Stato ha pubblicato un dossier ufficiale – intitolato "Risorse Umane in Cina" – sulla politica che il governo sta attuando per garantire lavoro ai disabili e pari opportunità ai lavoratori delle aree rurali, tanto nelle condizioni lavorative che nei servizi. Secondo il dossier, alla fine del 2009 il numero di lavoratori disabili ammontava ad oltre 4 milioni nelle aree urbane e a più di 17 milioni nelle zone rurali, mentre il tasso di disoccupazione era pari al 4,3 % ( poco più di 9 milioni di disoccupati nelle aree urbane); questi dati ufficiali, tuttavia, andrebbero integrati con quelli sui lavoratori che – pur essendo rimasti privi di impiego – hanno scelto di non comparire nei registri di disoccupazione, un settore della popolazione sul quale non esistono statistiche certe. Da quanto si afferma nel documento, il governo sta cercando di "garantire maggiori diritti ai lavoratori con handicap e incoraggiarli e sostenerli nel mondo del lavoro e nella vita sociale", concedendo grandi agevolazioni fiscali alle aziende con almeno ¼ di dipendenti disabili. Sono state istituite, inoltre, più di 3.000 agenzie di servizi che si occupano di trovare loro un'occupazione.
Per ovviare al problema della disoccupazione il governo ha istituito finanziamenti per garantire lavori più sicuri a un numero sempre crescente di persone attraverso corsi di aggiornamento professionale e nel tentativo di fornire pari opportunità nel lavoro e nei servizi tanto ai lavoratori urbani che a quelli delle aree rurali. Dal 2005 al 2009 sono stati creati più di 50 milioni di nuovi posti di lavoro nelle città, circa 45 milioni di contadini in surplus sono stati trasferiti in settori non agricoli, e l'87,4% di laureati ha trovato un'occupazione: "vogliamo incoraggiare gli studenti cinesi all'estero a tornare nel proprio paese dando loro piena libertà di scelta riguardo al futuro", si legge inoltre nel dossier. Dal 1973 al 2009 sono 1,62 milioni i cinesi che hanno studiato all'estero, ma solo 400mila circa sono tornati in Cina dopo aver completato gli studi.