COMUNITA' CINESE E' ARCOBALENO, MA LONTANA DA LEGALIZZAZIONE
Di Sonia Montrella
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Roma, 30 giu.- "Il matrimonio è l'unione tra due sessi che produce un frutto" sosteneva nel V-IV secolo a.C. Confucio, il massimo pensatore della storia cinese. E non esita a tirarlo in ballo Zeng Yi, professore di filosofia dell'università Tongji, all'indomani della decisione degli Stati Uniti di approvare i matrimoni gay. "Il sostegno di Obama alle unioni tra persone dello stesso sesso è un crimine contro l'umanità" ha dichiarato al sito web giornalistico thepaper.com. Due persone dello stesso sesso -continua- non possono tramandare la specie, la linea di successione familiare, e ciò va contro la morale confuciana.
Sebbene la posizione di Zeng sia dura, e condivisa da molti, si tratta, secondo Li Yinhe, sessuologa e avvocato per i diritti della comunità gay, di una mentalità arretrata che non rispecchia quella della gran parte della società cinese. "Noto che sempre piu' persone in Cina sostengono le unioni tra persone dello stesso sesso" ha detto al Global Times, quotidiano cinese in lingua inglese.
Almeno nel dibattito online, la comunità cinese ha i colori dell'arcobaleno. Un post su Weibo con questo topic ha registrato più di 7 milioni di visualizzazioni con 64mila partecipanti solo sabato. Favorevoli e contrari hanno detto la loro opinione scomodando Confucio e Mencio, il quale sosteneva che "tra i tre peggiori torti che si possono fare ai genitori uno è proprio quello di privarli di una discendenza".
Se l'impronta confuciana è forte in Cina, così come il senso del dovere nei confronti degli avi, lo è comunque meno dell'opposizione religiosa in Occidente, osserva Li. "Questo rende il Paese meglio equipaggiato per il grande cambiamento". La pensa così anche Ah Qiang, direttore di Parents and Friends of Lesbians and Gays (PFLAG) China, con base a Canton che si batte per i diritti gay. "Non ho mai visto un simile coinvolgimento come in questo caso. Sono sicura che la decisione degli Usa avrà un grosso impatto sulle nuove generazioni" ha detto all'International Business Times.
Una ricerca condotta lo scorso anno dal Chinese Journal of Human Sexuality ha mostrato che oltre l'85% delle 921 persone che avevano partecipato al sondaggio erano favorevoli alle unioni gay, mentre solo il 2% era fortemente contrario. Il restante non era sicuro.
Ma non è solo una questione di discendenza. Un giovane studioso di Shanghai, che vuole restare nell'anonimato, ha spiegato al Global Times che "l'omosessualità è un atto impulsivo. La sua legalizzazione è la prova che il governo statunitense sta incoraggiando questo tipo di comportamento impulsivo che avrà ripercussioni dannose sulla società, sopratutto sui teenager innocenti". "L'approvazione di questo stile di vita americano coincide qui in Cina con l'aver superato il limite".
La Cina conta 70 milioni di omosessuali e solo nel 1997 l'omosessualità è stata depenalizzata. Al di là del dibattito internet la situazione è complessa e per Richard Burger, autore di "Behind the Red Door: Sex in China" e del blog Peking Duck, dovranno passare almeno due tre generazioni prima che la Cina possa dire di sì alle unioni gay. "In Cina i gay sono stigmatizzati e in genere non fanno coming out con i genitori a meno che questi non siano molto aperti. La situazione si complica ulteriormente al di fuori delle grandi città" ha spiegato in un'intervista a The Atlantic.
L'omofobia risale alla dinastia Qing con i missionari cristiani che la etichettavano come un peccato - ha continuato Burger -, ma gli omosessuali sono stati additati e perseguitati anche in seguito alle Guerre dell'Oppio, sotto Mao Zedong e Deng Xiaoping. "
“E' un'eredità pesante di cui liberarsi". Ma Burger si dice anche ottimista: "le giovani generazioni sono molto più tolleranti. Inoltre diversi progressi sono già stati compiuti: solo 15 anni fa sembrava impossibile aprire bar per gay ed ora sono molto frequenti nelle città".
E sono proprio le giovani generazioni cinesi che sui social network, e in particolare su Weibo, il Twitter cinese, si dicono d'accordo con la decisione Usa e propongono la legalizzazione dei matrimoni gay anche in Cina. Una proposta data come soluzione al problema, sollevato dal quotidiano Nanfang Zhoumo, della disparità tra uomini e donne in Cina a causa della politica del figlio unico. "Secondo i dati pubblicati quest'anno dall'Ufficio nazionale di Statistica, in Cina ci sarebbero 22.76milioni di uomini in più rispetto alle donne” scrive il quotidiano, che sottolinea come questo "farà aumentare ancor più gli scapoli rendendo più difficile trovare una compagna". Secca la soluzione degli utenti: "Legalizzate i matrimoni gay e il problema sarà risolto".
30 luglio 2015
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