Cloni sempre più « emergenti»
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Cloni sempre più « emergenti»

Cloni sempre più « emergenti»

Etf. Cresce l'utilizzo tattico dello strumento tra la clientela istituzionale
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Ce n'è per tutti i gusti. E sia i piccoli sia i grandi investitori dimostrano di gradire. Gli Etf quotati a Piazza Affari hanno superato ormai la soglia delle 500 unità, senza considerare gli 83 Etc che replicano passivamente le performance delle materie prime.
Il plotone in settimana è stato rafforzato con 8 nuovi prodotti targati db X-Trackers del gruppo Deutsche Bank e con lo sbarco di 12 Etf dello storico marchio Spdr del gruppo State Street, al debutto sul mercato italiano. E altri colossi del risparmio gestito internazionale potrebbero nei prossimi mesi arrivare: nei giorni scorsi Pimco, uno dei principali gestori attivi al mondo, ha annunciato il lancio di due Etf obbligazionari sulla borsa di Francoforte in collaborazione con Source, altro emittente di Etf già presente sul listino milanese. Debutti che si susseguono ormai con cadenza quasi giornaliera: da martedì 1° febbraio Lyxor, del gruppo Société Générale, quoterà a Piazza Affari altri due Etf sulle obbligazioni high yield area euro e sui bond dei paesi emergenti.
Un ampliamento della gamma d'offerta che testimonia l'interesse delle grandi case d'investimento verso un mercato in forte espansione e che continua ad attrarre investitori. Lo scorso anno solo in Italia sono stati scambiati in media 13.500 contratti al giorno. Nel mese di dicembre 2010 il controvalore degli scambi ha sfiorato i 70 miliardi di euro, con un incremento del 30% rispetto ai valori dello stesso mese dell'anno precedente. Un «boom» che ha portato gli asset amministrati attraverso gli Etf a sfiorare i 18 miliardi di euro a fine 2010.
Gli Etf specializzati sui listini dei Paesi emergenti lo scorso hanno sono stati la meta preferita degli investitori, con un interesse crescente anche da parte dei risparmiatori privati. I contratti conclusi nel 2010 sugli Etf più scambiati che replicano l'andamento delle borse di Cina, India e Brasile si attesta intorno a un valore medio di 10 mila euro. Un dato che testimonia la presenza di molte puntate di piccole somme su strumenti che, nel recente passato, erano utilizzati perlopiù dai gestori professionisti: sulla scia della diffusione di strategie di gestione cosiddette "core-satellite", basate su un investimento principale completato da scelte più specializzate, ideali da implementare con strumenti diversificati e poco costosi quali gli Etf. «I prodotti specializzati sui paesi emergenti – spiega Nizam Hamid, responsabile europeo per la strategia degli Etf di Lyxor – nel 2010 hanno giocato un ruolo chiave nell'asset allocation di breve e medio termine degli istituzionali, in particolare nella parte satellite dei loro portafogli. Investitori che hanno realizzato importanti operazioni anche sul fronte obbligazionario con un'ottica di trading tattico. Inoltre, gli Etf short e leverage hanno trovato un ampio seguito presso gli investitori istituzionali che non sono in grado di negoziare sui prodotti derivati e rispetto ai quali gli Etf armonizzati Ucits III rappresentano una utile alternativa».
Tra gli investitori istituzionali che utilizzano gli Etf, i più attivi sono i gestori di fondi multimanager e multiasset, i fondi pensione, le banche private e le compagnie di assicurazione. E secondo una ricerca condotta dall'Edhec Business School di Parigi oltre l'80% degli asset manager europei dedica una parte del proprio portafoglio all'investimento in Etf: prodotti efficienti che si dimostrano appetibili, quindi, anche per il variegato pubblico dei gestori professionisti: i primi loro diretti concorrenti.

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29/01/2011
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