Clinton, Xi meglio di Hu l'opinione svelata da Wikileaks

di Eugenio Buzzetti

 

Pechino, 13 ott. - Xi Jinping meglio del suo predecessore, Hu Jintao, alla guida della Cina. I cablogrammi di Wikileaks svelano, a poche settimane dalle elezioni americane, il pensiero della candidata democratica Hillary Clinton sull'attuale presidente cinese.  "Xi è un politico migliore del suo immediato predecessore, Hu Jintao", ha dichiarato Clinton, in un discorso di fronte ai membri del colosso dei derivati Cme Group. "Ha consolidato velocemente il suo potere sia sull'esercito che sul partito", ha spiegato Clinton, che ha elencato tra i punti a favore del presidente cinese, all'epoca da poco insediatosi, anche dei piani di riforma economica e sociale.

Sempre nel 2013, Clinton aveva definito Xi "più sofisticato e più efficace" del suo predecessore di fronte ai banchieri di Goldman Sachs. "E'un politico nel senso generico del termine", aveva continuato Clinton, sottolineando come la sua esperienza negli Stati Uniti, in Iowa, lo abbia aiutato nella carriera. Soprattutto, però, Xi è percepito come molto più forte di Hu Jintao alla guida del partito e delle Forze Armate. Hu Jintao, nel giudizio dell'ex segretario di Stato americano, "mancava dell'autorità personale dei predecessori", Jiang Zemin e Deng Xiaoping. 
 
I messaggi di sostanziale ammirazione, almeno rispetto al suo predecessore, si interrompono, però, con il passare degli anni. A dividere Clinton e Xi c'è, in primo luogo, il trattamento dei diritti umani. In un tweet, l'anno scorso, Hillary Clinton ha definito Xi "senza vergogna" per il discorso alle Nazioni Unite sull'uguaglianza tra uomini e donne, nonostante solo pochi mesi prima, a marzo 2015 fossero state incarcerate cinque attiviste per i diritti delle donne. "Nonostante il suo acume politico come ex segretario di Stato e come senatrice, usa gli stessi toni di Trump per apparire nel ruolo di agitatrice", aveva freddamente commentato il quotidiano Global Times.

Sempre durante il discorso ai banchieri di Goldman Sachs, Clinton aveva sottolineato anche le differenze di visione tra Washington e Pechino sul Mare Cinese Meridionale, rimarcando le posizioni cinesi sempre più assertive nelle rivendicazioni su atolli, isole e arcipelaghi della regione. La Cina, ha dichiarato Clinton, "ha il diritto di essere assertiva" ma gli Stati Uniti devono "respingere" queste posizioni per evitare "una stretta al commercio mondiale" e "creare un equilibrio nel Mare Cinese Meridionale", dove ogni anno, secondo le stime di Washington, transitano merci per un valore complessivo di 5300 miliardi di dollari.

 

13 OTTOBRE 2016

 

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