Roma, 23 nov.- A una settimana dal vertice Onu sul clima, Pechino gioca di anticipo e ribadisce la propria posizione. "E' necessario siglare un accordo che sancisca l'impegno dei Paesi industrializzati ad aiutare le realtà in via di sviluppo attraverso il trasferimento di risorse tecnologiche e finanziarie. Solo in questo modo le realtà emergenti possono contribuire alla riduzione delle emissioni di carbonio" ha dichiarato Xie Zhenhua, vice presidente della commissione per le Riforme e lo Sviluppo nazionale cinese (CNDRC). Dopo l'insuccesso del summit di Copenhagen - che si è concluso senza accordi vincolanti sul taglio delle emissioni – e quello del forum di Tianjin del mese scorso, che secondo molti avrebbe dovuto gettare le basi per l'appuntamento di Cancun della prossima settimana,
Pechino e Washington, idealmente a capo dei due schieramenti - Paesi industrializzati da un lato e quelli in via di sviluppo dall'altro – sono da tempo fermi sulle loro posizioni dando vita a una situazione di stallo che rende difficile raggiungere il compromesso. Secondo quanto stabilito dal protocollo di Kyoto, i Paesi in via di sviluppo non sono obbligati a sottostare a vincoli sulla quantità di gas serra e sulle emissioni, un target che, minerebbe la crescita economica e il benessere della nazione. Nella categoria delle realtà emergenti rientra anche il Dragone, nonostante qualche mese fa abbia surclassato il Giappone piazzandosi al secondo posto nella classifica delle maggiori potenze economiche al mondo. Sono i Paesi più sviluppati che devono contribuire in modo più massiccio al taglio delle emissioni, memori del loro passato 'inquinante', è la posizione ufficiale della Cina.
Dall'altro fronte, Washington spinge affinché
Ma l'impegno cinese, sostengono a Zhognanhai – quartier generale del PCC – è tutt'altro che "limitato" tanto da costituire uno degli obiettivi chiave del dodicesimo piano quinquennale che prevede progetti di ammodernamento delle industrie tradizionali e campagne di sensibilizzazione, come aveva rivelato il 30 settembre proprio Xie Zhenhua. A ciò si aggiunge l'impegno preso dal Dragone a Copenhagen di ridurre del 40-45% la cosiddetta 'intensità carbonica' - cioè il rapporto tra PIL ed emissioni dannose - entro il 2020. "
Di Sonia Montrella
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