CINA VIETA EXPO A 1000 GIAPPONESI
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CINA VIETA EXPO A 1000 GIAPPONESI

CINA VIETA EXPO
A 1000 GIAPPONESI

Politica Internazionale
CINA VIETA EXPO A 1000 GIAPPONESI
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Roma, 21 sett. - Expo vietato per 1000 studenti giapponesi che proprio oggi sarebbero dovuti atterrare a Shanghai e iniziare il loro tour tra i padiglioni. A disdire l'appuntamento, Pechino. E il motivo è ancora la detenzione del capitano del peschereccio Zhan Qixiong. Il ministro degli Esteri giapponese ha dichiarato che la Cina ha cancellato l'appuntamento lunedì, a un solo giorno di distanza dalla partenza del gruppo, affermando che la decisione sarebbe dovuta a un "clima bilaterale" ostile. Una mossa che il portavoce del Primo ministro Naoto Kan, Noriyuki Shikata non ha esitato a definire "inappropriata e deplorevole". Intanto dagli Stati Uniti il vice presidente Joe Biden, in un messaggio indirizzato al suo alleato asiatico, ha dichiarato che gli sforzi americani tesi a migliorare i rapporti con la Cina "devono passare attraverso il Giappone". Biden ha inoltre rimarcato l'essenziale natura delle relazioni con il Giappone alla luce della politica americana nell'Asia pacifica. James Steinberg, vice Segretario di stato americano, ha definito "spiacevole" la controversia tra i due Paesi che "negli ultimi anni sono riusciti a riallacciare i rapporti". "E' importante per noi e per qualsiasi Paese asiatico che tra la Cina e il Giappone corra buon sangue" ha aggiunto Steinberg al Woodrow Wilson International Centre for Scholars. "Situazioni difficili come quella che si è creata in Asia devono essere affrontate con impegno e dialogo". Il legame tra i due giganti asiatici ha iniziato a sfilacciarsi quando il 7 settembre un peschereccio cinese è entrato in collisione con due motovedette giapponesi nelle acque contese delle isole Diaoyu. All'incidente è seguito poi l'arresto dell'equipaggio, rilasciato poco dopo, e del capitano tenuto in stato di fermo per aver "ostacolato le forze pubbliche". Il caso ha finito per incrinare le relazioni tra i due Paesi, ma il dialogo è cessato domenica, giorno in cui sarebbe dovuto terminare il periodo di detenzione del capitano cinese, quando Tokyo anziché rilasciare Zhan ha deciso di trattenere l'uomo per altri 10 giorni, suscitando il malcontento di molti giovani cinesi - sfociato in varie proteste esplose in tutto il Paese - e provocando le ire di Pechino. La risposta cinese non ha tardato ad arrivare: bloccati gli scambi bilaterali a livello ministeriale, stop ai colloqui sull'incremento dei voli da e per il Giappone, cancellato l'incontro tra il premier Wen Jiabao e il primo ministro giapponese Naoto Kan nel corso del Summit delle Nazioni Unite in corso a New York e cancellato il meeting sul carbone.  Dal fronte giapponese il vice ministro degli Esteri Wang Guangya ha dichiarato che l'incidente ha provocato seri danni ai rapporti sino-giapponesi.   Secondo Greg Torode, columnist del Global Times, la Cina, dal canto suo, è impegnata da tempo su un altro fronte, quello dell'arcipelago Paracel nel mar cinese meridionale. Ma in quest'altro scenario è la Cina a interpretare la parte del Giappone, sequestrando navi ed equipaggio vietnamita ed esigendo alte somme per il rilascio dei detenuti. La partita giocata da Cina e Giappone rientra quindi secondo Torode in un gioco asiatico più grande in cui affianco alle due superpotenze concorrono anche Vietnam, Corea del sud, Indonesia e i membri dell'Asean e in cui gli Stati Uniti sono stati formalmente invitati. "Un gioco chiamato Equilibrio". di Sonia Montrella
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