CINA: "TROPPO PRESTO PER L'EFSF" (copy) (copy)
Pechino, 3 nov.- La Cina non è pronta per l'EFSF. Lo ha riferito il vice ministro delle finanze Zhu Guangyao alla vigilia del vertice G20. "Non sono stati ancora definiti i dettagli tecnici sulle possibili operazioni del fondo e sui suoi meccanismi, perciò non c'è motivo di parlare di eventuali investimenti" ha dichiarato il ministro. "E' troppo presto" ha ribadito ancora rispondendo alla richiesta di investire nel fondo di salvataggio circa 3,2 miliardi di dollari in riserve estere. L'Europa sta corteggiando Pechino perché diriga i suoi investimenti verso il vecchio continente e puntelli i paesi con i conti più a rischi. Ma la superpotenza asiatica, pur manifestando delle aperture, non ha ancora dato segnali concreti.
Intanto, sempre a Cannes, il presidente Hu Jintao ha riferito alla sua controparte francese Nicolas Sarkozy che la Cina si augura che il piano di salvataggio messo a punto dall'Europa alla fine di ottobre possa andare avanti. Secondo un comunicato emesso dal ministero degli Esteri cinese Hu avrebbe inoltre sottolineato che il problema del debito europeo dovrebbe essere risolto principalmente da Bruxelles. "Il programma di salvataggio evidenzia come i vertici europei siano decisi nel voler risolvere al questione del debito. Da parte nostra speriamo che l'Europa riesca a superare le difficoltà e avviare una nuova ripresa economica. Di sicuro possiede la saggezza e l'abilità necessaria per farlo" ha sottolineato ancora una volta il presidente cinese che pur confermando il sostegno della Cina nel processo di integrazione europeo non ha rilasciato alcun commento riguardo il modo in cui Pechino intende aiutare il Vecchio Continente.
Non solo Bruxelles nel mirino della crisi. A colloquio con il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde, Hu ha evidenziato come mentre alcune delle più forti economie del mondo sono piegate dalla crisi economica, quelle in via di sviluppo sono attanagliate da un'inflazione che non molla la presa. Prime fra tutte la Cina il cui indice dei prezzi al consumo si è attestato a settembre al +6,1 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Alla luce dei fatti, ha continuato Hu Jintao, è necessario che tutti i membri della comunità internazionale uniscano le forze per superare le attuali difficoltà. Poi l'attenzione si è spostata sui BRICS: Hu ha richiesto al G20 di continuare a monitorare le "disuguaglianze tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo". "Il contributo dei paesi emergenti alla crescita e alla ripresa economica globale deve essere considerato in maniera oggettiva e equa, e le preoccupazioni di questi Paesi devono essere prese in considerazione, la loro rappresentanza negli organismi economici mondiali deve essere incrementata".
Quanto alla decisione shock del referendum greco, il vice ministro delle finanze ha dichiarato: "E' stato qualcosa di inaspettato, ma lo consideriamo una decisione autonoma della Grecia". "Ci auguriamo che Atene riduca del tutto l'incertezza per favorire la fiducia degli investitori e placare i mercati finanziari". Dopo il crollo dei mercati mondiali il portavoce del ministero degli Esteri Hong Lei ha dichiarato che "la Cina spera che l'Europa possa rendere effettivo il piano per risolvere la crisi". Ma l'Agenzia di stampa ufficiale Xinhua è andata oltre, chiedendo ai leader dell'UE di persuadere la Grecia ad "abbandonare l'idea del referendum" o di aiutarla a trovare una "soluzione migliore per il loro imbarazzo politico" (questo articolo).
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