CINA TEME PER CONFLITTO IN YEMEN

di Eugenio Buzzetti

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Pechino, 27 mar. - La crisi nello Yemen sta destando le prime preoccupazioni sugli analisti del settore energetico e i timori della Cina, che ieri, tramite il Ministero degli Esteri, chiedeva una soluzione negoziata del conflitto poche ore dopo dall'intervento militare saudita. I mercati hanno reagito con un aumento dei prezzo al barile e del 6% dei futures sul greggio, secondo fonti del mercato, per la paura che le situazioni di conflitto in Medio Oriente possano diventare croniche. Ieri il Wti è salito del 4,5%, chiudendo a 51,43 dollari al barile al New York Mercantile Exchange, mentre a Londra, il Brent ha segnato un rialzo di 2,71 dollari, a 59,19 dollari al barile.

Lo Yemen esporta circa 1,5 milioni di barili di greggio Masila al mese, la maggior parte dei quali è destinata alla Cina, anche se gli effetti sull'industria petrolifera cinese sarebbero attutiti da un maggiore volume di acquisti dall'Africa Occidentale, secondo una fonte interna del settore. Gli ultimi dati di importazioni di greggio dallo Yemen per i primi due mesi dell'anno parlano di 4,5 milioni di barili importati, con un aumento del 315% rispetto allo stesso periodo del 2014. A complicare il quadro, c'è stato poi, l'avvertimento dell'Arabia Saudita, lanciato dall'emittente televisiva di Stato, Al Hadath, ai cargo stranieri di non avvicinarsi ai porti yemeniti.

A intervenire in soccorso della Cina potrebbe essere, però, proprio l'Arabia Saudita, che nei giorni scorsi ha corteggiato esplicitamente Pechino. Secondo quanto dichiarato il 23 marzo scorso dal presidente di Saudi Aramco, Khalid Al-Falih, in un'intervista in esclusiva al magazine economico- finanziario cinese Caixin, il gigante statale di Ryad prevede un aumento delle esportazioni verso la Cina nel prossimo futuro. Saudi Aramco è già il primo fornitore di greggio di Pechino, e lo scorso anno copriva il 13% della domanda di greggio cinese. La Cina ha un ruolo importante nei piani di sviluppo dell'azienda araba. "Vogliamo essere una piattaforma per la Cina e accedere al mercato del Medio Oriente e dell'Africa", ha spiegato il presidente e Ceo di Saudi Aramco. "Vogliamo realizzare prodotti prodotti nel rispetto dell'ambiente che i consumatori cinesi possano apprezzare". Il piano è quello di espandersi in tutta la Cina. "Spero - ha concluso Khalid Al Falih - che in futuro il nome di Aramco sia presente in tutte le province cinesi".

 

27 marzo 2015


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