Pechino, 12 nov. - La Cina deve tagliare le sue emissioni di biossido di carbonio tra il 4 e il 5% ogni anno se intende raggiungere l'obiettivo di uno sviluppo a basso tasso di inquinamento entro il 2050: lo dice un rapporto che il China Council of International Co-operation on Environment and Development – un think tank governativo – ha consegnato al governo di Pechino in questi giorni. Il presidente cinese Hu Jintao aveva dichiarato nel corso di un summit delle Nazioni Unite nello scorso settembre che Pechino avrebbe imposto un "freno significativo" alle emissioni di diossido di carbonio entro il 2020, riducendo sensibilmente il rapporto tra l'inquinamento prodotto per ogni dollaro di ricavo economico conseguito dal Dragone. Ma il dossier indica anche ulteriori obiettivi, come la necessità di ridurre la prevalenza del settore manifatturiero nella struttura industriale del paese dall'attuale 50 al 30% entro la metà del secolo, e il traguardo di un 50% del fabbisogno energetico da ottenere attraverso fonti pulite entro il 2030. Per rendere concreto il progetto delineato da Hu Jintao in settembre, inoltre, gli studiosi del CCICED ritengono che la Cina dovrà fortemente promuovere tutte le tecniche di cattura delle emissioni e modificare il sistema tributario in funzione della lotta all'inquinamento, in quelle che il quotidiano di partito China Daily definisce come le "prime proposte concrete provenienti da un think tank di alto livello dopo gli indirizzi tracciati nel settembre scorso". Il rapporto arriva a ridosso del forum ONU sull'ambiente che si terrà a Copenaghen nel dicembre prossimo, col quale diversi paesi puntano a dare una robusta sterzata nella lotta ai cambiamenti climatici.