CINA SPERA IN FINE EMBARGO A CUBA DOPO RIPRESA RELAZIONI BILATERALI
di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 18 dic. - Dopo l'annuncio della ripresa dei rapporti diplomatici tra Cuba e Stati Uniti dopo 53 anni, la Cina spera ora nella fine dell'embargo statunitense su Cuba. "La Cina accoglie con favore e sostiene la normalizzazione dei rapporti tra Cuba e gli Stati Uniti - ha dichiarato oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Qin Gang - e speriamo che gli Stati Uniti possano terminare l'embargo nei confronti di Cuba il prima possibile". Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese ha poi sottolineato l'amicizia tra Pechino e L'Avana e la volontà di sostenere "la scelta di Cuba nel processo di sviluppo".
La notizia della ripresa dei rapporti è stata in primo piano sulle prime pagine dei quotidiani cinesi, oggi, assieme alla liberazione dopo cinque anni di carcere, a Cuba, del contractor statunitense Alan Gross e di tre agenti segreti cubani rilasciati dagli Stati Uniti. Il significato del riavvicinamento è stato spiegato al quotidiano China Daily da due ricercatori di studi latino-americani dell'Accademia Cinese di Scienze Sociali. Tra i primi a parlare, è Wu Guoping, che si concentra sulle conseguenze commerciali per la Cina dell'accordo tra Cuba e Stati Uniti. "Sotto molti aspetti - dichiara al quotidiano China Daily - la Cina affronterà una maggiore competizione e non avrà più un ruolo di unico fornitore per Cuba". Per la Cina, il riavvicinamento di Cuba e Stati Uniti è un segnale di un più ampio disegno statunitense di riguadagnare influenza sui Paesi del Sud America, dopo anni di riposizionamento strategico sul quadrante Asia-Pacifico. "Non è solo un segnale di fine delle ostilità della Guerra Fredda - spiega Zhou Zhiwei - ma anche un segnale che gli Stati Uniti non perderanno il passo nelle relazioni con i Paesi dell'America Latina".
L'annuncio della ripresa dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba è arrivato a pochi giorni dalla decisione di Pechino di riconoscere all'ex leader maximo, Fidel Castro, il Premio Confucio per la Pace, la versione cinese del Premio Nobel per la Pace, istituito nel 2010 a pochi giorni dall'incarcerazione del dissidente Liu Xiaobo, che aveva vinto il Nobel per la Pace proprio in quell'anno. Castro è stato premiato per gli "importanti contributi" alla pace mondiale e per l'atteggiamento mantenuto nei confronti degli Stati Uniti. "Negli anni in cui era al potere - è la motivazione ufficiale riportata dal quotidiano Global Times - Castro non ha fatto ricorso alla violenza o alla forza per risolvere dispute nelle relazioni internazionali, soprattutto con gli Stati Uniti".
L'inizio della normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi ha coinciso anche con due occasioni di incontro di alto profilo tra Cina e Stati Uniti, su entrambe le sponde del Pacifico, durante le quali alti funzionari cinesi hanno sottolineato la necessità di un miglioramento dei rapporti diplomatici tra Washington e Pechino. "Ora che la Cina è pienamente integrata nell'economia globale, con un aggregato economico in continua espansione, gli Stati Uniti hanno bisogno di una strategica lungimiranza nel decidere come trattare con la Cina", ha dichiarato ieri a Chicago il vice premier cinese Wang Yang, che ha parlato di fronte a una platea di cinquecento imprenditori cinesi e americani. La necessità di un cambio di passo nella relazioni tra Pechino e Washington è stata ieri anche al centro di un incontro nella capitale cinese tra un'altra esponente del governo cinese, Liu Yandong, anch'essa con la carica di vice premier, e l'ex segretario di Stato Usa, Madeleine Albright. Liu Yandong ha sottolineato l'importanza di stringere un nuovo tipo di rapporti diplomatici tra le due sponde del Pacifico, come sottolineato in più occasioni anche dal presidente cinese, Xi Jinping, e di approfondire le relazioni bilaterali.
18 dicembre 2014
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