CINA: "SCOSSA DA ATTENTATO IN AFGANISTAN"
Pechino, 29 nov.- La Cina si è detta "fortemente scossa" per la morte dei 24 soldati pakistani uccisi nel fine settimana da un attacco della Nato in Afghanistan lungo il confine con il Pakistan, alleato della Cina. Secondo fonti Nato, le forze sarebbero state bersaglio di colpi d'arma da fuoco prima di lanciare un attacco transfrontaliero. E per l'Alleanza atlantica l'incidente sarebbe stato "tragico e non intenzionale". Una posizione, questa, che contrasta nettamente con quella del Pakistan: "Non è vero. Stanno tirando fuori delle scuse. Quali sono le loro perdite, le loro vittime?" ha dichiarato il portavoce dell'esercito il generale Athar Abbas.
"La Cina esprime le più sentite condoglianze per le vittime" ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hong Lei facendo appello a un'indagine approfondita sull'accaduto. Hong ha poi aggiunto che "devo essere rispettate l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale del Pakistan". Cina e Pakistan tessono da tempo relazioni molto strette, un rapporto puntellato dalla comune preoccupazione nei confronti del comune vicino indiano e dal desiderio di arginare l'influenza statunitense nella regione. Motivi, questi, più che sufficienti per spingere Pechino a rifornire di equipaggiamenti militari Islamabad. I due inoltre hanno dato inizio ad alcune esercitazioni militari congiunte nell'area del Punjab che vedono coinvolti oltre 500 soldati a dimostrazione "dell'amicizia sino-pachistana più alta delle montagne e più profonda degli oceani".
Le Dichiarazioni della Cina sull'incidente dello scorso fine settimana - frutto di un colloquio durato 40 minuti tra il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi e quello pakistano Hina Rabbani Khar - arrivano in un momento in cui i rapporti tra Pakistan e Stati Uniti sono al minimo storico. In questo contesto l'intervento di Pechino è visto come un tentativo per rafforzare ulteriormente l'alleanza con Islamabad. "Il governo di Pechino ha colto l'occasione per suggerire al Pakistan la Cina come unica alternativa valida agli Usa" ha dichiarato PJ Crowly, ex portavoce del dipartimento di stato americano e ora professore al Dickinson College.
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