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Finora il Tibet economicamente aveva ricevuto attenzione solo per la costruzione della ferrovia che collega Xining a Lhasa, connettendo Qinghai e Tibet. La strada ferrata viaggia per 1.000 Km sopra i 4.000 s.l.m. e per 500 km poggiandosi sul permafrost. H tuttavia proprio questa superficie ghiacciata a creare le maggiori apprensioni. Un riscaldamento incontrollato potrebbe sciogliere il ghiaccio e liberare il metano che ha un forte potere inquinante. La sua presenza nell'aria ha una capacita' di aumentare l'effetto serra fino a 25 volte maggiore dell'ossido di carbonio. I giacimenti in Alaska ed in Siberia sono relativamente sicuri perche' la crosta di ghiaccio che li protegge, per via della differente latitudine, e' molto piu' spessa di quella tibetana. La scoperta dunque e' promettente per un versante e pericolosa per l'altro. Puo' soddisfare una Cina energivora e contemporaneamente vanificare i suoi sforzi contro il riscaldamento; sara' in grado di accelerare la dipendenza dai fossili inquinanti, ma potrebbe liberare scorie ancora piu' pericolose. Il metano, una volta disponibile, e' prezioso e gestibile: produce energia pulita e risulta facilmente trasportabile nei gasdotti e nelle navi cisterna. La soluzione del dilemma rischi/opportunita' risiede nella capacita' di governare una risorsa ancora non dominata dalla tecnologia. I geologi dovranno mettersi al servizio dell'industria. La sfida per la Cina sara' di sviluppare le competenze adatte per estrarre e trasportare gli idrati di metano per poi scioglierli in condizioni controllate, sfruttando al meglio le loro qualita' naturali e minimizzando gli effetti collaterali.
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